‘Ndrangheta, sgominato traffico internazionale di droga: 41 arresti

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Roma, 30 mag. (Adnkronos) – E’ in corso un’operazione del comando provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, dello Scico e di altri reparti del Corpo, che stanno eseguendo 41 ordinanze di custodia cautelare, adottate dal gip del Tribunale felsineo, in Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria, nei confronti di appartenenti a un’associazione a delinquere, composta da italiani affiliati o contigui alla ‘ndrangheta reggina e crotonese e dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Nel blitz sono impegnati oltre 160 militari.

Le complesse indagini, durate oltre due anni dirette dalla Dda di Bologna e coordinate dalla procura nazionale antimafia e antiterrorismo alla luce di convergenze emerse con altri filoni investigativi delle procure di Firenze, Potenza e Trento, hanno anche permesso di riscontrare il coinvolgimento di una fitta rete di cinesi dediti, professionalmente e con carattere di sistematicità, al riciclaggio degli ingenti proventi illeciti accumulati dall’organizzazione criminale.

Sono stati ricostruiti approvvigionamenti e cessioni per quantitativi che sfiorano i 1.200 kg di cocaina, i 450 kg di hashish e i 95 kg di marijuana: ingenti quantitativi di stupefacente hanno fruttato all’associazione decine di milioni di euro, parzialmente reimpiegati in 14 società intestate a prestanome e utilizzate anche per “mascherare”, in pieno periodo di lockdown pandemico, i trasporti di droga attraverso false bolle di accompagnamento. Secondo quanto emerso dalle indagini, il leader dell’associazione è stato identificato in un soggetto, già noto alle cronache, ai vertici della ‘ndrina “Staccu” di San Luca (Reggio Calabria), latitante in Spagna dal 2018 e arrestato a marzo 2021. Secondo quanto ricostruito dalla Gdf, nel periodo di latitanza, il boss ha tirato le fila di una vastissima rete di narcotraffico internazionale in grado di gestire carichi di stupefacente nell’ordine delle centinaia di chilogrammi al mese, in affari con i potentissimi cartelli sudamericani (fra cui il Primeiro Comando da Capital brasiliano e organizzazioni criminali colombiane, peruviane, messicane e boliviane) e alcuni dei più noti e pericolosi latitanti italiani.

Grazie all’incessante brokeraggio del boss, lo stupefacente, proveniente dai Paesi di produzione Sud-Americani, arrivava nei porti dell’Europa settentrionale, in particolare Anversa e Rotterdam, per essere subito dopo distribuito in tutto il vecchio continente. Il boss aveva affidato la gestione del mercato italiano ai promotori dell’associazione, soggetti calabresi da anni residenti nel Parmense e nel Reggiano che, avvalendosi di basi logistiche dislocate in varie regioni (Calabria, Lazio e Lombardia), di corrieri e di imprese compiacenti, erano in grado di occuparsi dei traffici illeciti della cosca in tutta la penisola.

Un ruolo attivo e prezioso nella sistematica opera di riciclaggio dei proventi illeciti del sodalizio criminale è stato ricoperto da una vera e propria rete di soggetti di nazionalità cinese attraverso il ‘fei ch’ien’, sistema “informale” di trasferimento di denaro. Secondo la ricostruzione dei finanzieri, dopo aver prelevato ingenti somme di contanti, i cittadini sinici provvedevano a inviarlo, attraverso una lunga catena di bonifici, ad aziende commerciali in Cina e Hong Kong. Queste ultime, attraverso articolati meccanismi di “compensazione”, erano in grado di recapitare il denaro ai broker del narcotraffico e agli stessi cartelli sudamericani attraverso “agenti” residenti all’estero. Dalle indagini è emerso che, grazie al meccanismo dei fei ch’ien, l’associazione è stata in grado di ripulire più di 5 milioni di euro; due “riciclatori” cinesi sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Nel blitz contro il traffico internazionale di droga, oltre alle 41 ordinanze di custodia cautelare, le fiamme gialle bolognesi hanno eseguito il sequestro di 44 immobili e terreni, 17 autoveicoli/motocicli, 354 rapporti bancari e 80 fra società, attività commerciali e partecipazioni sociali, per un valore complessivo stimato di oltre 50 milioni di euro. Sono state effettuate anche numerose perquisizioni personali e locali, tuttora in corso. Durante le indagini sono stati inoltre arrestati, in flagranza di reato, tre italiani e sequestrati 43 kg di cocaina, 44 kg di hashish, sostanze da taglio e frullatori utilizzati per preparare il narcotico, poco meno di 140mila euro in contanti (trovati nella disponibilità di uno soggetti ritenuti “riciclatori” cinesi) e 10.000 prodotti contraffatti, di cui 3.200 articoli di abbigliamento recanti i marchi di famosi brand e svariate confezioni di farmaci contro la disfunzione erettile per un totale di 6.800 blister.

“Le mafie non si fermano di fronte a nulla. Non si sono fatte intimorire dal Covid e nemmeno le alluvioni sono riuscite a bloccarle – afferma il generale di divisione Ivano Maccani, comandante regionale dell’Emilia Romagna della Guardia di finanza – Mentre migliaia di volontari erano e sono impegnati nelle operazioni di soccorso, i criminali hanno continuato a contaminare il territorio tessendo la tela dei loro affari illeciti. Per loro il business e il profitto prevalgono su tutto e tutti. Con l’operazione odierna, incentrata su affiliati e contigui a note ‘ndrine calabresi, abbiamo bonificato il territorio emiliano- romagnolo da 41 soggetti colpiti da altrettante misure cautelari personali, soggetti ai quali abbiamo sottratto, per restituirli alla società civile, beni per oltre 50 milioni di euro”. “Sono stati sequestrati oltre 90 kg di droga, per lo più coca, migliaia di capi di abbigliamento e medicinali contraffatti, e denaro contante per importi rilevanti. Non solo ‘ndrine ma anche organizzazioni criminali cinesi che le rifornivano del denaro contante necessario per pagare quintali di coca ai narcotrafficanti colombiani, denaro che veniva restituito su conti correnti in Cina e a Hong Kong – continua – Se da un lato nelle operazioni di soccorso alle popolazioni alluvionate abbiamo quotidianamente impiegato 4 mezzi aerei e 180 finanzieri che hanno tratto in salvo 986 persone, all’operazione odierna hanno contribuito 160 militari con un mezzo aereo”. “A fronte di pochi imprenditori affiliati alle ‘ndrine, indifferenti e sordi alle richieste di aiuto degli alluvionati, permettetemi un ringraziamento speciale ai tantissimi imprenditori che sin dai primi istanti, quelli più critici, hanno preteso, con grande spirito di solidarietà, di contribuire ai soccorsi spalancando i cancelli dei loro magazzini per offrire spontaneamente medicinali, stivali, gommoni, torce”, conclude.

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