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Coronavirus, l’indagine, 86% italiani promuove modello universalistico Ssn

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Roma, 26 nov. (Adnkronos Salute) – L’emergenza Covid-19 non ha scalfito la fiducia degli italiani nel modello universalistico del nostro Servizio sanitario nazionale, apprezzato da oltre l’86% degli italiani. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata da Doxa Pharma con Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, presentata oggi nell’evento online ‘Next generation health: le priorità degli italiani per la sanità del futuro’. “Digitalizzazione e nuove competenze, accesso alla cura ‘oltre l’ospedale’, maggiore uniformità ed equità nell’offerta sanitaria in tutto il Paese” sono le priorità e le aspettative sollevate dai cittadini rispetto al nostro sistema sanitario. “Gli italiani che hanno ritenuto fondamentale l’assistenza domiciliare sono aumentati sensibilmente, passando dal 29 al 41%”, evidenzia l’indagine.

La pandemia ha messo in luce le criticità storiche del nostro Ssn facendo emergere la necessità di “ripensare l’organizzazione dell’offerta sanitaria nel nostro Paese”, ha evidenziato il report. I bisogni e le aspettative degli italiani “sono un punto di partenza irrinunciabile nel tentativo di disegnare le possibili direttrici di una sanità più moderna, sostenibile e vicina ai cittadini”. Dalla ricerca è emerso che l’area che richiederebbe un intervento immediato “è la prenotazione e gestione delle visite che proprio durante i mesi del lockdown hanno subito un netto rallentamento”.

Per rispondere a questa problematica chiave, gli italiani hanno espresso chiaramente gli ambiti su cui intervenire per ridisegnare la sanità del futuro: “Il 92% si dichiara favorevole a presidi territoriali multi-specialistici sul territorio, in modo da evitare di dover sempre ricorrere all’ospedale, e il 72% apprezzerebbe la domiciliazione delle terapie, anche se rimane forte il ruolo di presidio territoriale delle farmacie e il conseguente ruolo di consulente di salute del farmacista”, risulta dall’indagine. Allo stesso modo, “il 90% degli italiani ritiene che la digitalizzazione delle prescrizioni mediche e in generale il canale digitale siano diventati imprescindibili, soprattutto per l’ambito della diagnostica e per facilitare la relazione medico-paziente, con il 76% che è favorevole a visite mediche da remoto, anche per il futuro, pur in assenza di situazioni complesse come quella che stiamo vivendo”.

Dalla ricerca emerge poi che “per un intervistato su due le aziende farmaceutiche sono chiamate a dare il loro contributo non solo in termini di ricerca e produzione dei farmaci, ma in un’ottica più ampia per il funzionamento del sistema”. In questo contesto, Janssen Italia è impegnata nello sviluppo di progetti per supportare il sistema salute nel portare soluzioni alle problematiche dei pazienti e degli operatori sanitari. Due i pilastri sui quali Janssen sta lavorando, entrambi confermati dai cittadini come capaci di rivoluzionare il proprio rapporto con la sanità: digitalizzazione e medicina di prossimità.

Sul fronte della digitalizzazione è nato il progetto ‘Janssen Genia’, una piattaforma che grazie a un software di Intelligenza artificiale è in grado – con semplici comandi vocali – di fornire ai farmacisti ospedalieri informazioni preziose e costantemente aggiornate per la gestione dei farmaci. In questo momento il servizio è già utilizzato dai farmacisti che lavorano presso 150 aziende ospedaliere, con un incremento del 60% in novembre rispetto al mese precedente. Medici specialisti, di medicina generale e farmacisti ospedalieri accedono anche al portale Janssen Medical Cloud per usufruire di 40 diversi servizi utili al proprio lavoro, con un’area dedicata a news e approfondimenti su Covid-19.

Sul fronte della medicina di prossimità a beneficio di tutti i pazienti, a partire dallo scorso aprile Janssen ha attivato in collaborazione con le Regioni ‘Janssen a Casa Tua’, un servizio di consegna gratuito di farmaci ospedalieri già usufruito dai pazienti in Lombardia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e potenzialmente utile a 56mila persone su tutto il territorio nazionale. Oncologia, ematologia, immunologia, Hiv e ipertensione polmonare arteriosa sono le aree terapeutiche coinvolte dal servizio.

“La pandemia rappresenta una sfida ancora da vincere, ma è altrettanto importante progettare insieme un nuovo inizio per il nostro Servizio sanitario nazionale, un vero cambio di passo rispetto al passato. Il mio auspicio è che tutti gli attori del sistema salute collaborino attivamente – attraverso le loro migliori energie ed esperienze – al ridisegno delle politiche sanitarie per renderle ‘dinamicamente efficienti’, che vuol dire creare oggi le migliori condizioni per operare meglio domani. Questa iniziativa ci conferma la necessità di abbandonare la logica ‘ospedalocentrica’ – ha affermato Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute per la pandemia da coronavirus – che ha contribuito ad aggravare, soprattutto in alcune regioni, l’impatto dell’epidemia, così da riuscire ad articolare il sistema su tre pilastri, tutti fondamentali e con pari dignità: salute come investimento, integrazione ospedale-territorio e digitalizzazione”.

“Grazie ad una rinnovata percezione del valore della salute come investimento e di nuove risorse finalmente messe a disposizione del Ssn a partire dall’anno prossimo, abbiamo una storica opportunità per costruire la sanità del futuro. Con uno sguardo rivolto al futuro, in Janssen vorremmo impegnarci nello sviluppo di punti di cura complementari sul territorio per venire incontro all’esigenza di presidi sanitari non concentrati solo nelle grandi strutture ospedaliere”, ha concluso Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia.

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