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Caso Saguto: Pg, ‘ex collega Rosini raccontò quello che stava avvenendo nella sezione’

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Caltanissetta, 27 gen. (Adnkronos) – “La prova provata che questo processo non esce da nessun sollecito massmediatico è la testimonianza di Claudia Rosini, che non appartiene, in astratto, a nessuna fazione dell’antimafia. E’ un magistrato che apparteneva allo stesso ufficio della dottoressa Saguto. La malattia della quale si era ammalata in un determinato momento il sistema viene fuori dalle parole della giudice Rosini, non da un giornalisti. Che descriveva dall’interno il contesto, già emerso dalle intercettazioni telefoniche”. Lo ha detto la Procuratrice generale di Caltanissetta Lia Sava proseguendo la requisitoria nel processo a Silvana Saguto e al suo ‘cerchio magico’. “E’ stata una testimonianza molto importante perché descriveva ciò che stava avvenendo”.

Poi ricorda: “A giugno del 2015 quando era ancora tutto coperto dal segreto investigativo, Rosini aveva presentato una domanda di trasferimento ad altra sezione perché avvertiva un senso di isolamento e di disagio all’interno della sezione Misure di prevenzione”. E cita alcuni passaggi di quella testimonianza: “All’interno della sezione non vi era un sistema automatico per l’assegnzione delle procedure ai magistrati per la composizione dei collegi. Nel tempo mi ero accorta che non venivo coinvolta nelle procedure di prevenzione più complesse, che venivano gestite dal collegio in maniera differente”. Aveva anche espresso “dei dubbi sulla nomina di Walter Virga” e “aveva espresso una serie di dubbi anche nel momento in cui aveva appreso che l’avvocato Cappellano Seminara (anche lui imputato ndr) era proprietario dell’Hotel Brunaccini, che stava seguendo una procedura che interagiva con quella vicenda”. “Ecco, queste parole non vengono da un giornalista – conclude ancora Lia Sava- o da un servizio televisivo ma vengono dall’interno della sezione. Questa è la fotografia dell’incipit ricostruttivo della sentenza di primo grado che prende le mosse da un angolo visuale privilegiato, un magistrato della sezione non coinvolto nella vicenda e che consente di delineare il quadro. Niente suggestioni esterne, dunque, ma una voce interna della magistratura che può costituire anche per noi l’avvio della requisitoria”.

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