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**Architetti: è morto Carlo Melograni, caposcuola del ‘metodo democratico’**

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Roma, 1 nov. – (Adnkronos) – L’architetto e urbanista Carlo Melograni, uno dei capiscuola del linguaggio razionalista, teorico e fautore di un ‘metodo democratico’ che cercava in ogni fase progettuale un confronto con l’utenza pubblica o privata, è morto questa mattina nella sua casa di Roma all’età di 97 anni. Lascia la moglie Luisa Pappalardo Melograni, storica giornalista dell'”Unità”, e i figli Anna e Luca. Era fratello dello storico Piero Melograni (1930 – 2012).

Protagonista di innovativi studi e progetti per interventi di recupero di numerosi quartieri e centri storici, Melograni era professore emerito di Progettazione architettonica. Nutrito da una forte passione politica progressista e riformista, mutuata dalla militanza nel Pci, Melograni si prefiggeva di realizzare edifici con “la scala umana”, un modo di abitare che non rinunciava alla razionalità del progetto e allo stesso tempo ai diritti degli individui.

Dopo l’iniziò della carriera accademica a Roma, Carlo Melograni fu docente nella Facoltà di Architettura di Palermo (1969-1971), per ritornare nel 1972 nella Facoltà dell’Università di Roma ‘La Sapienza’; nel 1992 divenne preside della Facoltà di Architettura del nuovo ateneo di Roma Tre dove concluse la sua attività di docente nel 1997. Accademico di San Luca.

Nell’attività progettuale si è occupato soprattutto di interventi pubblici per l’edilizia residenziale e per i servizi collettivi, in particolare scolastici: ha firmato tra le decine di interventi il nucleo iniziale dei padiglioni della Fiera di Bologna; il liceo Ariosto a Ferrara; la scuola media a Gibellina; le case popolari nel quartiere romano del Testaccio; la sistemazione dell’area del Mausoleo di Lucilio Peto e degli archi neroniani dell’acquedotto Claudio a Roma; il recupero nel centro storico di Trento; le case popolari a Sabaudia; la sistemazione dei resti di tombe etrusche presso la centrale di Montalto di Castro; l’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato a Piombino; il complesso dei servizi sociali a Ravenna; l’Edificio Alte Wnergie dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a Frascati; i Centri per l’impiego a Siena e a Montepulciano; il parco archeologico e naturalistico del Porto di Traiano a Fiumicino.

Tra le sue pubblicazioni figurano “Architettura italiana sotto il fascismo” (Bollati Boringhieri, 2008); “Architetture nell’Italia della ricostruzione. Modernità versus modernizzazione 1945-1960” (Quodlibet, 2015); “Progettare per chi va in tram. Il mestiere dell’architetto” (Quodlibet, 2020).

Nato a Roma l’11 gennaio 1924, Carlo Melograni partecipò giovanissimo alla Resistenza e si arruolò nel ricostituito Esercito italiano come soldato semplice e fu decorato sul campo con croce di guerra al valor militare. Membro del consiglio studentesco della Facoltà di Architettura dal 1945 al 1949, si laureò nel 1950 e nel 1952 entrò nel consiglio direttivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Dal 1960 al 1966 fu consigliere comunale in Campidoglio eletto nelle liste del Pci, partito nel quale strinse rapporti di amicizia con molti dirigenti e in particolare con il presidente emerito Giorgio Napolitano.

Dal 1961 al 1971 Carlo Melograni si associò in uno studio di progettazione con Leonardo Benevolo e Tommaso Giu­ra Longo, ai quali, a metà degli anni Sessanta, si aggiunse Maria Letizia Martines. A quel periodo risalgono due numeri monografici della rivista “Edilizia popolare”, dedicati alle case con percorso pensile (luglio-agosto 1979) e alle case basse ad alta densità (novembre-dicembre 1980). Nel 1981 costituì lo studio ‘P + R Progetti e ricerche di architettura’. Dalla metà degli anni Novanta lavorò con Gio­vanni Fumagalli, Franco Masotti e Giuseppe Serrao. Con Fumagalli e Masotti svolse per conto della Regione Toscana ricerche finalizzate allo studio di prototipi di centri per l’impiego, per risorse educative e didattiche, di servizi per la prima infanzia e di ‘infor­ma giovani’, i cui risultati sono stati pubblicati in specifiche guide progettuali.

Come urbanista Melograni collaborò con i gruppi di lavoro per la redazione dei piani di Cecina, per i comuni della provincia di Livorno, di Vigno e del Modenese e coordinò la redazione del piano regolatore di Ferrara, dei piani di Piombino e della Val di Cornia. Ha pubblicato note, articoli, saggi – circa centosettanta – in riviste specia­lizzate (“Casabella”, “Domus”, “Spazio e società”, “Rassegna di architet­tura e urbanistica”, “Città e società”, “Edilizia popolare”, ecc.), in riviste di varia umanità (“Società”, “Ulisse”, “Il contemporaneo”) e in setti­manali e quotidiani (“Rinascita”, “L’Unità”, “La Repubblica”).

(di Paolo Martini)

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