
Coronavirus: qual è la giusta distanza di sicurezza?
Secondo una scienziata del MIT mantenere una distanza di due metri non sarebbe abbastanza per scongiurare la possibilità di contagio
Ormai, stare lontani dalle persone è una pratica che applichiamo in tutte le situazioni: dalla fila al supermercato all’interazione con i commessi. È tra le regole che ci hanno detto necessarie per cercare di evitare i contagi durante questa pandemia di coronavirus.
Sono stati gli scienziati a consigliarlo e noi lo abbiamo accettato perché fermare la diffusione del covid-19 è l’unico modo che abbiamo per tornare a una forma di normalità.
In un articolo uscito su JAMA, però, una ricercatrice che si sta occupando di studiare la trasmissione della malattia per il MIT, Lydia Bourouiba, ha detto che questi «sei piedi», ovvero i nostri due metri, potrebbero non essere abbastanza.
La scienza su cui si basa questa regola dei due metri è emersa quasi 90 anni fa: il punto è che anche se la nostra comprensione della trasmissione delle malattie è progredita molto da allora, le linee guida sulla salute pubblica sono rimaste le stesse.
«Sebbene tali strategie di distanziamento sociale siano fondamentali nell’attuale momento della pandemia», ha scritto Bourouiba, «può sembrare sorprendente che l’attuale comprensione delle rotte di trasmissione da ospite a ospite nelle malattie infettive respiratorie si basi su un modello di trasmissione della malattia sviluppato negli anni ’30 che, per gli standard moderni, sembra eccessivamente semplificato».
Ci sono due problemi principali con queste linee guida secondo la ricerca di Bourouiba – che indaga la fluidodinamica delle persone che tossiscono e starnutiscono.
Il primo è che le persone possono espellere i virus attraverso espirazioni regolari e quindi non hanno bisogno di starnutire per diffondere la pandemia. Il secondo è che quando invece tossiscono e starnutiscono, non ci sono solo le goccioline visibili che la regola dei due metri cerca di evitare, ci sono anche delle nuvole di gas che possono arrivare a 8 metri di distanza in condizioni ottimali.
«Se possibile, se si tratta di uno spazio limitato, sarebbe saggio mantenere distanze maggiori», ha detto Bourouiba al Boston Globe.
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