Ecco a cosa servono le parolacce

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Studi neuropsicologici rivelano perché le imprecazioni sono importanti

Imprecare produce effetti non riscontrabili con altre forme di uso del linguaggio. L’imprecazione è potente. Genera una serie di risultati distintivi: fisiologici, cognitivi, emotivi, antidolorifici, interattivi e retorici. È quanto emerso da uno studio di revisione di oltre cento articoli sul tema, che è andato in contrapposizione a quello che è o è stato fino a poco tempo fa il pensiero comune su parolacce, bestemmie ed imprecazioni.

Lo studio si è concentrato sulle ricerche effettuate in neuropsicologia negli ultimi venti anni, ponendo attenzione sul fatto che la forza di queste parole non sia da ricercare nel loro significato e valore intrinseco ma da una serie di relazioni evolutive che quelle parole instaurano con alcune strutture profonde del cervello.

Le categorie e la sensibilità sociale nei confronti delle parolacce

Nei tempi moderni, le parolacce più riconoscibili rientrano in tre categorie principali: religione, sesso e parti del corpo sessuali e parole relative alle escrezioni corporee. È stato anche notato come nel tempo la sensibilità della società nei confronti delle parolacce sia mutata: è probabile che le bestemmie, per esempio, siano percepite in modo meno offensivo dalla società attuale, rispetto a quella di un tempo, sempre prendendo in considerazioni determinate culture e sensibilità.

Rilevante è anche il ruolo delle emozioni, con le quali, l’atto di imprecare, ha un legame molto più forte rispetto a altri usi che facciamo del linguaggio. Per rafforzare questa ipotesi è stato dimostrato come una delle strutture del cervello maggiormente coinvolte nell’atto dell’imprecazione è l’amigdala, la parte che oltre a regolare le emozioni aiuta anche nella formazione e memorizzazione dei ricordi.

L’esperimento di Stephens

Richard Stephens docente della scuola di psicologia della Keele University, ha raccontato in questo articolo, come ha deciso di approfondire i suoi studi sulla capacità delle parolacce di aiutare nella tolleranza del dolore dopo aver sentito sua moglie imprecare mentre partoriva la loro bambina. Lo ha fatto attraverso un esperimento, in cui ha chiesto ai partecipanti di inserire la mano in una bacinella con acqua ghiacciata. In un primo momento è stato chiesto loro di resistere pronunciando ripetutamente la parola “fuck”; nella seconda parte invece è stato chiesto di resistere pronunciando parole e suoni inventati simili a quelli di una parolaccia.

Gli esaminatore nel frattempo hanno misurato la frequenza cardiaca dei partecipanti. I risultati hanno dimostrato che coloro che utilizzavano la parolaccia hanno valutato l’esperienza come meno dolorosa e hanno anche mostrato un aumento maggiore della frequenza cardiaca. Secondo lo studioso questo è da ricondurre ad un rilascio di neurotrasmettitori, fra cui l’adrenalina, che hanno il ruolo di attivare meccanismi di difesa contro lo stress, aiutando quindi nella sopportazione del dolore.

Le parolacce sui social

In altri studi di comunicazione e in particolare del linguaggio sui media online è stato osservato come le parolacce vengano utilizzate dagli utenti per ridurre la distanza sociale e creare un’impressione di intimità fra gli interlocutori che partecipano alle discussioni.

Luna Riillo

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