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Morte record di api

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A quanto dicono gli esperti, lo scorso inverno è stato un inferno per le popolazioni di api

Il numero delle morti nelle colonie di api continua a salire, lo spiega Susie Nielson su NPR, dove racconta che, secondo l’ultimo sondaggio della Bee Informed Partnership, i 4.700 apicoltori americani intervistati hanno dichiarato di aver perso quasi il 40% delle loro colonie di api lo scorso inverno – il tasso di declino invernale più alto mai registrato da quando la società ha iniziato i suoi sondaggi (13 anni fa). La perdita annuale totale è stata quindi superiore (anche se di poco) alla media.
Sono numeri gravi, che ci devono mettere in allarme.

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti stima che dobbiamo ringraziare gli impollinatori per uno ogni tre morsi del cibo che mangiamo, e la maggior parte degli impollinatori negli Stati Uniti sono api domestiche. Poiché l’agricoltura industriale è in gran parte costituita da vasti appezzamenti di monocolture, gli agricoltori devono contattare gli apicoltori commerciali, che percorrono il paese con centinaia di alveari da collocare nelle fattorie. Questa nicchia agricola poco conosciuta è essenziale per il sistema alimentare, ma con il «prodotto» che sta rapidamente morendo, molti apicoltori commerciali temono che la loro professione non sarà più possibile né economicamente sostenibile.

Le cause della morte delle api sono varie ma includono principalmente la perdita di habitat, le tecniche improprie utilizzate dell’apicoltore, l’uso di pesticidi e il nemico per eccellenza dell’ape: l’acaro Varroa. Gli scienziati dell’Università del Maryland hanno contato tre acari per cento di api nelle colonie che hanno testato, sufficienti a garantire la morte della colonia.

Gli apicoltori ce la stanno mettendo tutta, ma non possono fare molto per salvarsi dagli acari, anche perché è chiaro che l’applicazione di pesticidi indebolisce il sistema immunitario delle api e le rende paradossalmente più sensibili ai parassiti – come gli acari, appunto.
Speriamo che si trovi presto una soluzione.

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allarme, api

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