L’invasione della Vespa orientalis: minaccia per le api e nuove sfide per l’Italia

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Segnalata sempre più frequentemente in diverse regioni d’Italia, con una concentrazione particolare nella città di Roma

Negli ultimi anni, la Vespa orientalis, un insetto originario dell’Asia sud-occidentale e diffuso anche nel Nord Africa e nel Medio Oriente, è stata segnalata sempre più frequentemente in diverse regioni d’Italia, con una concentrazione particolare nella città di Roma.
Questo predatore rappresenta una seria minaccia per l’equilibrio ecologico, con conseguenze preoccupanti per le api e per l’intero settore agricolo.

La Vespa orientalis è un calabrone di dimensioni importanti, facilmente riconoscibile per il suo corpo giallo e marrone rossastro, con una banda gialla brillante sull’addome. Resistente alle alte temperature, questa specie si adatta perfettamente ai climi caldi e secchi, il che spiega il suo crescente insediamento nelle regioni mediterranee.
A differenza della Vespa velutina (la cosiddetta "vespa killer asiatica"), la Vespa orientalis non è una nuova arrivata in Europa: ci sono segnalazioni della sua presenza in Sicilia e altre zone del sud Italia già da decenni.
Tuttavia, la recente espansione verso regioni più a nord, inclusa Roma, è un fenomeno relativamente nuovo, favorito probabilmente dai cambiamenti climatici e dall’aumento delle temperature medie.

Le api sono una delle principali vittime della Vespa orientalis. Questo predatore si nutre delle api operaie e delle loro larve, indebolendo le colonie e mettendo a rischio la loro sopravvivenza. La perdita di api ha un effetto domino sull’intero ecosistema, poiché questi insetti sono fondamentali per l’impollinazione di numerose colture agricole.
A Roma, apicoltori e cittadini hanno segnalato un aumento degli attacchi ai favi, con colonie di api distrutte in poche settimane. Questo ha generato una riduzione nella produzione di miele e ha  messo in difficoltà gli apicoltori, già provati dalla competizione con altre specie invasive come la Vespa velutina e dalle difficoltà legate all’uso di pesticidi.

La presenza della Vespa orientalis nella Capitale è ormai consolidata, soprattutto nelle aree verdi e nei quartieri più caldi e aridi. Gli esperti dell’Università La Sapienza e di altri enti di ricerca stanno monitorando la diffusione della specie per comprenderne l’impatto e sviluppare strategie di contenimento.
Le autorità locali, insieme alle associazioni di apicoltori, hanno avviato campagne di sensibilizzazione per invitare i cittadini a segnalare i nidi di Vespa orientalis, che spesso si trovano in cavità di alberi, edifici abbandonati o spazi aperti. Il monitoraggio è fondamentale per prevenire un’ulteriore espansione.

Che cosa possiamo fare?

  1. Segnalare i nidi: se si avvista un nido di Vespa orientalis, è importante contattare le autorità competenti, come la protezione civile o gli enti di apicoltura locali.
  2. Proteggere le api: gli apicoltori possono installare trappole specifiche per ridurre il numero di predatori vicino agli alveari. Inoltre, è consigliabile rafforzare le difese degli alveari con reti protettive.
  3. Sensibilizzare il pubblico: la collaborazione tra cittadini, apicoltori e ricercatori è essenziale per contenere questa minaccia.

La crescente diffusione della Vespa orientalis rappresenta un nuovo campanello d’allarme sul fronte dell’adattamento degli ecosistemi ai cambiamenti climatici. È fondamentale investire nella ricerca e nella cooperazione internazionale per affrontare queste nuove sfide. Nel frattempo, l’attenzione dei cittadini e il lavoro degli esperti rimangono la prima linea di difesa per proteggere le nostre api, il loro prezioso contributo all’ecosistema e, di conseguenza, la nostra sicurezza alimentare.

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