I frutti proibiti: pesticidi tossici in aumento in Europa

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La tutela fallimentare dei governi nei confronti dei consumatori

Frutta e verdura hanno bisogno di essere trattati con sostanze pesticide per essere protette da malattie, parassiti, insetti (non tutti) dannosi per le piante ecc. Tuttavia ci sono diversi approcci che si possono prendere per ovviare a questo problema. Esistono pesticidi di origine naturale e pesticidi industriali prodotti in modo artificiale per debellare determinati insetti o parassiti o per evitare che alcune piante infestanti danneggino i raccolti.

Tuttavia l’equilibrio tra un uso normale e un abuso di queste sostanze determina l’insorgere di un problema.

La quantità di pesticidi utilizzati non deve superare un certo livello normato da apposite leggi, oltre il quale si rischiano problemi di salute per chi li consuma (come danni al sistema nervoso, al sistema endocrino agli apparati riproduttivi, tumori e varie altre problematiche alla salute infantile, penetrando fino al cordone ombelicale e nel latte materno). Ma il conflitto tra interessi economici e tutela della salute e dell’ambiente è sempre accesso e tende a tirare la corda verso uno o l’altro fronte senza mai risolversi in una vera soluzione.

Un recente report di Pesticide Action Network sugli ortaggi più contaminati di Europa, mostra infatti come negli ultimi 10 anni l’utilizzo di questi pesticidi sia aumentato vertiginosamente, nonostante i fallimentari tentativi dei governi di contenere il fenomeno.

Una quantità sempre maggiore di frutta e verdura che circolano in Europa possiede livelli di tossicità troppo elevati.

Se dieci anni fa i kiwi che circolavano in Europa presentavano livelli del 4% di contaminazione da pesticidi, ad oggi circa il 32% è irrimediabilmente contaminato.

Nel 2019 la metà delle pere prodotte in Europa risultavano essere contaminate con 5 pesticidi tossici, e il dato sale all’ 85% per le pere prodotte in Belgio. Stessa sorte anche per le ciliegie. Pesticidi che dovrebbero essere banditi in Europa, ma che continuano ad essere utilizzati regolarmente, come evidenziato dal report.

Ad aggravare il problema è il fatto che non si tratta di un solo tipo di pesticida, ma sono diverse le sostanze che vengono utilizzate sugli ortaggi europei che, mischiandosi all’interno del nostro organismo quando le mangiamo, amplificano l’impatto sulla nostra salute. In più, a causa della naturale tendenza di parassiti e insetti a sviluppare naturale resistenza alle sostanze col passare del tempo, il dato riguardante l’impiego di questi pesticidi è destinato ad aumentare ancora nel tempo se i governi europei non prenderanno provvedimenti concreti per regolamentare e controllare l’aumento dell’impiego dei pesticidi.

Luna Riillo

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