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Ambiente. Lo Stato spende meno della metà di quanto ha stanziato

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L’ecorendiconto, diffuso per la prima volta con il rendiconto generale dello Stato, rivela: nel 2010 spesi per la protezione dell’ambiente e del territorio meno della metà delle risorse stanziate. Mentre le emergenze idrogeologiche devastano il nostro paese

 

Se nel 2010 lo Stato ha destinato alla tutela dell’ambiente, alla lotta all’inquinamento ed alla protezione del territorio 4,6 miliardi di euro, qualosa nel rendiconto generale dello stato non torna.

Il rendiconto generale dello stato fornisce quest’anno per la prima votla, tra i suoi allegati, l’ecorendiconto, ovvero il consuntivo di quanto è stato stanziato e spero per l’ambiente. Ed a leggere le cifre dell’ecorendiconto la cifra si ferma a 2,2 miliardi. Meno della metà di quanto stanziato.

Per il 2010 lo Statoa veva fissato una spesa di circa 3,879 miliardi, dei quali 3,798 erano stati effettivamente impegnati. Questi fondi andavano a sommarsi alle cifre che le precedenti gestioni avevano stanziato ma ancora non speso per la difesa del territorio, la lotta all’inquinamento, l’ambiente. Fino a raggiungere la cifra totale di 4,6 miliardi.

Ma i pagamenti restano lentissimi, tanto che alla fine dell’anno meno della metà di tale cifra è stata effettivamente consegnata. Tra i settori che hanno accumulato maggiori ritardi ci sono: l’abbattimento di rumore e vibrazioni che ha ricevuto il 4,5% della cifra pattuita; la protezione dalle radiazioni (10,9%); l’uso e la gestione delle acque interne (41,2%).

Capitolo d’intervento più importante e oneroso, alla protezione aria e clima sono andati 1,2 miliardi, il 32,6% degli impegni di spesa, con l’erogato effettivo che ha raggiunto solo il 45%. In particolare, per la protezione e il risanamento di suolo e acque sono stati impegnati 979 milioni, 453 milioni per la protezione della biodiversità e del paesaggio. Alle imprese sono andati 1,7 miliardi in veste di contributi.

L’investimento dello Stato su questo fronte delicato è sufficiente? Emerge che l’ammontare è in linea con quello degli altri Paesi europei. A fare la differenza sono solo le singole condizioni nazionali e gli effetti, che non sempre sono commisurati agli investimenti. In un contesto in cui la protezione dell’ambiente è, come nel caso italiano, da considerarsi per forza un bene primario e in cui i risultati vengono considerati scarsi, ci sono due le possibilità. La cifra è esigua o c’è un palese problema di efficienza.

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