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Zika: casi in USA e Australia, ma dall’India arriva la speranza di un vaccino

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Il virus Zika si diffonde e preoccupa per le malformazioni che causa nei neonati

Il virus Zika si sta diffondendo nel continente americano e si registrano dei casi anche in Australia. Il virus non sembra preoccupare per i suoi sintomi, si parla di febbre e sfoghi cutanei, ma si sospetta che si la causa di migliaia di malformazioni nei neonati. In Brasile è scattato l’allarme perché si è verificato un allarmante aumento delle nascite di bimbi con una circonferenza del cranio ridotta e danni celebrali, una malformazione nota come microcefalia.

Il virus si trasmette attraverso le zanzare Aedes, come la febbre gialla e la febbre dengue; anche se si è registrato un caso di trasmissione per via sessuale negli Stati Uniti.

Il primo vaccino per questo virus è stato sviluppato in India; la società che lo ha messo a punto, Biotech International Limited, vorrebbe iniziare la sperimentazione sugli esseri umani e ha fatto richiesta in tal senso al governo indiano.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il virus Zika è una emergenza sanitaria globale dato che sarebbe la causa di numerosi casi di microcefalia in Brasile.

La Croce rossa americana ha chiesto ai donatori di sangue di attendere 28 giorni prima di donare il sangue se hanno visitato uno dei paesi a rischio. Il rischio di una trasmissione di questo genere è ritenuto comunque ‘estremamente basso’.

Intanto è stato riscontrato un caso di contagio da virus Zika a Dallas, in Texas (USA). La trasmissione sarebbe avvenuta per via sessuale e non attraverso la puntura di zanzara. A quanto pare il partner della persona infetta era appena rientrato dal Venezuela. Si sono registrati due casi anche in Australia: un uomo e una donna appena rientrati dai Caraibi. 

Le autorità sanitarie di diversi paesi sconsigliano alle donne incinte di recarsi in paesi dove il virus Zika si sta diffondendo, a partire dal Brasile; ma si sconsiglia tutto il Sud e Centro America.

Il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, di fronte a questo evento, definito da lei stessa ‘straordinario’, spiega: ‘i recenti casi di microcefalia e altre anomalie neurologiche riscontrati in America Latina e quelli simili rilevati in Polinesia nel 2014 costituiscono un’emergenza sanitaria pubblica di rilievo internazionale’

Lo ricordiamo, non bisogna temere il virus per i sintomi, dato che si guariscono in una settimana trattandoli come un’influenza; la preoccupazione principale riguarda le malformazioni dei neonati e su questo fronte il fenomeno va studiato.

a.po

 

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