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Caso Garlasco, sequestrata spazzatura dei Poggi: le indagini non risparmiano la famiglia di Chiara

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(Adnkronos) – La famiglia Poggi è finita al centro delle nuove indagini dei carabinieri di Milano che, da tempo, provano a riaprire l'inchiesta sull'omicidio di Chiara, la ventiseienne uccisa a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007 e per la cui morte è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l'allora fidanzato Alberto Stasi. É uno dei dettagli che emerge nel fascicolo in cui sono elencati i reperti su cui si concentra la Procura di Pavia che indaga su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, già archiviato otto anni fa.  Negli atti di cui l'Adnkronos è in possesso emergono cinque verbali con l'elenco dei reperti che sono stati acquisiti e catalogati dai militari su richiesta della Procura e consegnati – tra il novembre e il dicembre 2023 – al laboratorio di genetica forense dell’Università di Pavia. Uno i verbali svela che il 20 novembre 2023, a 16 anni dall’omicidio, alla famiglia Poggi è stata sottratta della spazzatura. Il reperto viene catalogato come "numero 4 mozziconi di sigaretta MS prelevati dal sacchetto della spazzatura presso l'abitazione di via Pascoli di Garlasco (presso abitazione famiglia Poggi)".  Per le nuove indagini dunque non viene solo acquisita, come già scritto, la traccia genetica sulla maniglia dell’auto di Sempio, la sua spazzatura o quella di una parente – bicchieri, mozziconi di sigarette, bottiglie d’acqua, fazzoletti di carta da cui poter estrarre materiale utile – ma ci si spinge fino a casa della vittima. Eppure mamma Rita Preda, papà Giuseppe Poggi e il figlio minore Marco erano in vacanza in Trentino il giorno dell’omicidio e la traccia genetica di Giuseppe Poggi è fin dal 2007 a disposizione degli investigatori.  Il recente risultato del confronto tra i cinque Dna maschili estratti dai reperti (trovati nella spazzatura) con quello sulle unghie della vittima ha dato due risultati: uno certo, l'altro parziale che sarà ora al centro dell'incidente probatorio.  Le analisi del genetista Carlo Previderé, incaricato degli approfondimenti dalla Procura di Pavia, hanno nuovamente escluso la presenza sulle unghie di Chiara Poggi del Dna del padre, e stabilito la "compatibilità" tra il materiale genetico trovato sulle unghie della vittima e quello della persona che la difesa di Alberto Stasi identifica come Andrea Sempio. Si può parlare solo di presunto match perché la Procura ha mai avuto un Dna 'ufficiale' del sospettato, ma ha utilizzato quello fornito dalle indagini difensive del condannato. A questo è servito l'aver sottoposto Sempio, lo scorso marzo, a tampone: la sua traccia genetica acquisita in modo lecito sarà ora confrontata (con la formula dell'incidente probatorio) con la traccia maschile trovata sulle unghie della vittima.  La consulenza di Previderè, però, dice anche un'altra cosa difficilmente superabile da qualsiasi analisi: il cromosoma Y estratto dai frammenti delle unghie della vittima non riconosce una singola persona, ma identifica la linea paterna e quindi caratterizzata nello stesso modo tutti i parenti di quel ramo. Davvero troppo poco per provare a insinuare dubbi sulla presenza di un possibile complice nel delitto per cui è stato condannato, oltre ogni ragionevole dubbio, Alberto Stasi.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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