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Tre anni da Fukushima. Ed e’ ancora emergenza

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A tre anni di distanza dal terremoto e dallo tsunami che hanno colpito Fukushima, in Giappone e’ ancora emergenza

 

Dal quel terribile 11 marzo 2011 son passati ben 3 anni, ma a Fukushima è ancora emergenza e si combatte, in quello che è da considerarsi la peggiore crisi nucleare dopo quella di Cernobyl, con l’acqua radioattiva che fuoriesce dalle piscine di raffreddamento.

A diversi anni di distanza, diverse barre di carburante giacciono ancora nelle piscine della centrale, anche se da tempo reclamano di essere smaltite, mentre la gestione e il trattamento delle acque è ancora pessimo. Ed è proprio questo l’ostacolo più grande da superare per il Giappone: : l’acqua è il mezzo di rilascio principale della radioattività nell’aria, nel sottosuolo e in mare, a causa delle ripetute perdite da serbatoi e falda, fino a filtrare attraverso i reattori danneggiati.

I rischi attuali sono tanti. Di certo è che la gente evacuata, al momento, non può tornare a casa. E se dovesse avvenire un altro terremoto i danni a persone e cose sarebbero inestimabili. ‘I rischi attuali sulla situazione di Fukushima ci sono, è inutile negarlo’ ha affermato Marco Sumini, professore di Fisica nucleare all’Università di Bologna. Oltre alla cattiva gestione dell’acqua, infatti,  ‘il rischio più grande al momento è aspettare e non spostare le barre di combustibile. Se avvenisse un terremoto o un nuovo tsunami, si verificherebbe nuovamente una situazione di criticità, con nuovo rilascio di radiazioni’.  

‘Rispetto a un anno fa ho visto molti progressi, ma ce ne sono molti altri da fare’, osserva Dale Klein, ex numero uno dell’Authority nucleare Usa (Nrc) e a capo ora del comitato indipendente (una sorta di advisor) voluto dalla Tepco, gestore della struttura.

 

La soluzione per placare l’emergenza e risolvere i problemi sembra essere la collaborazione con esperti di altri stati. ‘Quello che serve al momento, per risolvere la situazione di Fukushima, è la collaborazione. Diversi Paesi occidentali hanno offerto il loro aiuto, sta al Giappone accettare’, ha concluso Marco Sumini.

gc

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