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Quarto conto energia. Difficolta’ anche all’estero?

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La vita per ‘quarto conto energia’ non sembra facile nemmeno oltre confine, dove non sono mancate le polemiche. Ma ci sono ragioni principalmente economiche alla base della protesta degli operatori del settore

Anche l’estero mette il veto sul decreto rinnovabili del Governo italiano, che ha suscitato non poche polemiche dalla presentazione del testo in poi. Dopo che le associazioni di settore e ambientaliste come Greenpeace e Aes lanciano un ultimatum all’esecutivo, l’Europa si fa sentire attraverso una lettera degli operatori associati del settore fotovoltaico, Photovoltaic Operators Investors, destinata alla presidenza del Consiglio del belpaese.

La protesta è radicata in ragioni tutte economiche, oltre che ambientaliste: gli operatori esteri hanno investito nel settore delle energie solare ed eolico fino alla fine del 2011, basandosi sul piano del terzo conto energia. Ora che la normativa sugli incentivi è stata sostituita dagli stravolgimenti del Quarto conto energia, che peggiorerebbe le condizioni previste.

Inoltre la bozza del decreto sulle energie rinnovabili andrebbe in contraddizione con uno degli articoli del Trattato di Lisbona che prevede la promozione e la tutela degli investimenti avviati da operatori esteri sul territorio italiano. Se l’esecutivo non interverrà con uno stop immediato della bozza, gli operatori associati sono pronti ad un azione legale contro l’Italia.

Le recenti dichiarazioni di Paolo Romani sono in piena contraddizione con le proteste espresse dagli operatori esteri. Il ministro dello sviluppo economico ha parlato di “obiettivi coerenti e condivisi con l’Unione Europea; una strategia energetica finalmente competitiva con le altre nazioni, basata sul risparmio energetico e le reti intelligenti”.
 

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decreto, Quarto conto energia, rinnovabili

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