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Papa: società con al centro interessi e non persone non genera vita

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Città del Vaticano, 1 ago. (Adnkronos) – “Quando cerchiamo soprattutto il soddisfacimento dei nostri bisogni, rischiamo di usare le persone e di strumentalizzare le situazioni per i nostri scopi. E una società che mette al centro gli interessi invece delle persone è una società che non genera vita. L’invito del Vangelo è questo: piuttosto che essere preoccupati soltanto del pane materiale che ci sfama, accogliamo Gesù come il pane della vita e, a partire dalla nostra amicizia con Lui, impariamo ad amarci tra di noi. Con gratuità e senza calcoli. Amore gratuito e senza calcoli, senza usare la gente”. Così Papa Francesco nel corso dell’Angelus da piazza san Pietro.

“Perché cerchiamo il Signore? Quali sono le motivazioni della nostra fede? Abbiamo bisogno di discernere questo, perché tra le tante tentazioni che abbiamo nella vita ce n’è una che potremmo chiamare tentazione idolatrica. È quella che ci spinge a cercare Dio a nostro uso e consumo – sottolinea il Papa – per risolvere i problemi, per avere grazie a Lui quello che da soli non riusciamo a ottenere. Ma in questo modo la fede rimane superficiale e miracolistica: cerchiamo Dio per sfamarci e poi ci dimentichiamo di Lui quando siamo sazi. Al centro di questa fede immatura non c’è Dio, ci sono i nostri bisogni. È giusto presentare al cuore di Dio le nostre necessità, ma il Signore, che agisce ben oltre le nostre attese, desidera vivere con noi anzitutto una relazione d’amore. E l’amore vero è disinteressato, è gratuito: non si ama per ricevere un favore in cambio!”.

“Ci può aiutare una seconda domanda, quella che la folla rivolge a Gesù: ‘Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?’. È come se la gente, provocata da Gesù, dicesse: ‘Come fare per purificare la nostra ricerca di Dio? Come passare da una fede magica, che pensa solo ai propri bisogni, alla fede che piace a Dio?’. E Gesù indica la strada: risponde che l’opera di Dio è accogliere Colui che il Padre ha mandato, cioè accogliere Lui stesso, Gesù. Non è aggiungere pratiche religiose o osservare speciali precetti; è accogliere Gesù nella vita – spiega – vivere una storia d’amore con Gesù. Sarà Lui a purificare la nostra fede. Da soli non siamo in grado. Ma il Signore desidera con noi un rapporto d’amore: prima delle cose che riceviamo e facciamo, c’è Lui da amare. C’è una relazione con Lui che va oltre le logiche dell’interesse e del calcolo”.

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