arsenico nel riso

Come eliminare l’arsenico dal riso

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Non basta sciacquare. C’è bisogno di ulteriori accorgimenti, ecco quali

Tra i diversi tipi di cereale che consumiamo regolarmente, il riso è sicuramente quello che necessita di una maggiore quantità d’acqua per essere coltivato. A causa dell’inquinamento delle falde acquifere e all’utilizzo spesso sconsiderato di pesticidi, a finire sulla nostra tavola c’è anche l’arsenico, dannoso quando si trova in forma inorganica, e che viene assorbito dai chicchi di riso durante la coltivazione.

Ma come mai l’arsenico finisce nel nostro riso?

L’arsenico è un semimetallo presente in natura in forma organica e inorganica, e tra i vari utilizzi che ha avuto nei secoli passati e recenti (dalla cosmetica alla medicina, dall’edilizia all’elettronica), quello più diffuso è senza dubbio l’impiego come insetticida e diserbante nelle coltivazioni, con conseguente riversamento nell’acqua, nel sottosuolo. Così è giunto (a piccole dosi) anche sulla nostra tavola, ad esempio nel pane di farina di grano, nel latte di riso e nei latticini, e anche nell’acqua potabile, ma soprattutto nel riso, che tende ad assorbirne una quantità maggiore.

Quindi come possiamo assicurarci di rimuovere residui di arsenico quando abbiamo voglia di preparare un piatto di riso?

Un rapido risciacquo con acqua evidentemente non è sufficiente, bisogna invece ricordarsi di lasciare in ammollo il riso la sera prima per cucinarlo poi il giorno successivo. Durante questo lasso di tempo il riso tenderà a rilasciare gran parte dell’arsenico che, a quel punto, sarà molto più facile da rimuovere sciacquandolo per bene sotto l’acqua corrente.

Inoltre per la cottura è consigliabile aggiungere acqua con un rapporto di uno a sei rispetto al riso, e al termine, scolare sciacquando ulteriormente con acqua calda per assicurarsi di ripulire al meglio il riso dai residui di arsenico rilasciati durante la cottura.

Con queste due semplici accortezze potremo mangiare il riso in serenità.

Tuttavia una buona abitudine è quella di cambiare spesso tipologia di riso, alternando diverse varietà, come il riso rosso, il riso venere o il riso basmati che è la tipologia che tende a concentrare quantità minori di arsenico.

Un’altra buona abitudine è quella di alternare al riso altri tipi di cereali, come il grano saraceno, il farro o l’orzo, la quinoa o il miglio.

Luna Riillo

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