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Rifiuti a Napoli. Una storia infinita

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A Napoli i cumuli di rifiuti in strada hanno ormai raggiunto dimensioni impressionanti, mentre a Terzigno – che incassa la cancellazione della seconda discarica in cava Vitiello, dopo il decreto approvato in consiglio dei Ministri – la tensione sale, dopo che ieri sera la polizia ha trovato tre bombe a mano di fabbricazione jugoslava nei pressi della discarica Sari. Nella notte, comunque, non sono ripresi gli annunciati sversamenti.

Nel tentativo di risolvere il problema, fra le misure più importanti approvate dal governo, i poteri “commissariali” al presidente della Regione, Stefano Caldoro (Pdl), per la realizzazione degli inceneritori e la cancellazione di tre discariche: Terzigno-Cava Vitiello (Napoli), Andretta (Avellino), Serre-Valle della Masseria (Salerno). Quest’ultima decisione è stata ovviamente accolta con molto favore dalle popolazioni interessate.

Intanto, la Procura di Nola ha indagato per interruzione di pubblico servizio il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, che nei giorni scorsi, con un’ordinanza, aveva vietato ai camion provenienti da altri Comuni di sversare nell’invaso di cava Sari. Secondo i magistrati, la conclusione dell’ordinanza secondo cui il funzionamento della discarica produce la contaminazione delle falde acquifere è priva di riscontri documentali, anzi in contrasto con le conclusioni cui sono giunte Arpac e Asl. In seguito al provvedimento, Auricchio si è detto pronto a revocare l’ordinanza, per il cui annullamento la Provincia si preparava a fare ricorso al Tar: «A me sta a cuore la salute dei cittadini – ha spiegato Auricchio – e, se la Procura assicura che non ci sono rischi, non ho motivo di mantenere in vigore il provvedimento».

Ieri sera, come detto, in via Zabatta, nascosti nella vegetazione, vicino alla discarica e nei pressi del locale Il Rifugio, dove nelle settimane scorse sono avvenuti scontri e aggressioni alle forze dell’ ordine, sono stati trovati tre ordigni di fabbricazione jugoslava: «Le tre bombe a mano – ha detto il capo della Digos della questura di Napoli, Filippo Bonfiglio – erano in grado di esplodere e sono state fatte brillare dagli artificieri. Non abbiamo dubbi che le bombe siano da collegare ai gruppi violenti della contestazione anti-discarica».

Ieri, nelle strade di Napoli, secondo i dati forniti dal Comune, c’erano quasi 3000 tonnellate di rifiuti, poco meno di quelle del giorno prima: un impercettibile miglioramento, che però non basta ad alleviare l’esasperazione dei cittadini, costretti a subire fortissimi disagi. Grossi cumuli di spazzatura giacciono persino davanti a villa Rosebery, la residenza napoletana del presidente della Repubblica. E in provincia va pure peggio.

Si spera che il decreto approvato dal consiglio dei Ministri possa contribuire a risolvere il problema in tempi accettabili. Il provvedimento punta ad accorciare il più possibile i tempi di realizzazione degli inceneritori di Salerno e Napoli: il governatore gestirebbe i due appalti con procedura d’urgenza per snellire i tempi burocratici e così completare la costruzione degli impianti in 24-36 mesi, invece che nei cinque anni attualmente previsti; la decisione, di fatto, toglierebbe la competenza che l’ultimo consiglio dei Ministri in materia assegnava ai presidenti delle Province.

Nel frattempo, però, bisogna fare qualcosa per liberare le strade.

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