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Patrimoni Unesco: 1997, Area Archeologica di Agrigento

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Viaggio tra i Patrimoni Unesco in Italia

Agrigento, l’antica Akragas, nacque come colonia greca nel VI secolo a.C. e divenne una delle principali città del mondo mediterraneo. Un grande polo commerciale e culturale, importante testimonianza della Magna Grecia, la cui supremazia viene dimostrata dai resti dei magnifici templi dorici che ancora oggi dominano l’antica città.

Dal 262 a.C. Agrigento entrò nel dominio romano, restando tuttavia una città importante, ma la sua storia si concluse con la caduta dell’Impero romano e le invasioni barbariche fra il VII e il IX secolo, divenendo prima araba, nell’829, e poi normanna, nel 1086.

Alcune riprese aeree, a metà del Novecento, svelarono l’antico impianto urbano che si estendeva in tutta l’area della collina meridionale ai piedi della Rupe Atenea e che tuttora, in parte, giace sotto i campi e gli uliveti. Sei grandi arterie, intersecate da strade secondarie e grandi edifici monumentali, attraversavano e  delimitavano i terrazzamenti su cui si sviluppava la città.

La Valle dei Templi, l’area archeologica di Agrigento, si trova sulla costa meridionale della Sicilia e copre il vasto territorio dell’antica polis, dalla Rupe Atenea all’acropoli dell’antica città originaria, comprendendo anche la collina sacra su cui sorgono i principali templi dorici, fino alla necropoli fuori le mura.

Oggi la Valle dei Templi, splendidamente conservata, è un magnifico modello dell’architettura greca e una testimonianza tra le più significative al mondo dell’architettura dorica.

Un esempio così straordinario da essere divenuto Patrimonio UNESCO nel 1997.

La grande fila di templi dorici è uno dei monumenti più importanti dell’arte e della cultura greca. Aree di scavo all’aperto hanno permesso di fare luce sulle città del tardo periodo ellenico e romano e sulle pratiche di sepoltura dei suoi abitanti dell’epoca paleocristiana.

Nella storia del mondo antico, tra i siti classici, Agrigento riveste un ruolo particolare grazie al suo eccezionale stato di conservazione, che permette di apprezzarne ancora oggi le caratteristiche tipiche della colonia greca. I resti di un gruppo di edifici preesistenti l’insediamento greco sono ben conservati e non sono stati  trasformati nel tempo per rispondere a nuovi gusti e tradizioni.

Il confine del sito comprende l’intero territorio dell’antica polis, assieme all’area della necropoli, le consistenti zone di scavo dell’abitato ellenistico e romano di Agrigento, la complessa rete di acquedotti sotterranei e un’ampia porzione di terreno dove sono ancora presenti strutture archeologiche non scavate.

La Valle dei Templi è caratterizzata dai resti di alcuni meravigliosi  templi in stile dorico, tra cui il Tempio di Hera Lacinia, o tempio di Giunone, costruito nel V secolo a.C. e luogo in cui di solito si celebravano le nozze. A questo si aggiunge il  Tempio della Concordia, costruito anch’esso nel V secolo a.C. e il cui nome deriva da un’iscrizione latina ritrovata nelle vicinanze dello stesso tempio.

Attualmente è quello meglio conservato, grazie anche alla sua trasformazione  in tempio cristiano nel VI secolo d.C.

Il Tempio di Eracle, o tempio di Ercole, il cui culto era molto importante nell’antica Akragas,  invece, è una delle costruzioni più antiche. Distrutto da un terremoto, oggi restano in piedi otto colonne, mentre il Tempio di Castore e Polluce, i leggendari gemelli nati dall’unione della regina di Sparta con Giove, è diventato il simbolo della città di Agrigento.

Il Tempio di Zeus Olimpio, edificato per onorare appunto il capo di tutti gli dèi, era il tempio più grande di tutto l’occidente antico e unico nell’architettura del suo genere. La struttura era  caratterizzata dalla presenza dei telamoni, immense sculture alte sette metri e mezzo. Una copia di queste si trova nel sito, mentre l’unico originale, il Telamone dell’Olympeion, insieme ai resti di altri tre, si trova al museo archeologico di Agrigento.

E poi ancora il Tempio di Atena, costruito lontano dalla valle vera e propria, si trova nel centro storico della città di Agrigento. Sulla base del tempio sorge oggi la chiesa medievale di Santa Maria dei Greci, mentre il  Tempio di Efesto o tempio di Vulcano risale al V secolo e nelle fondamenta furono rinvenuti i resti di un tempietto arcaico

Il Tempio di Asclepio, o tempio di Esculapio, fa parte di un santuario extraurbano costruito lontano dalle mura delle città, luogo di pellegrinaggio dei malati in cerca di guarigione. Il Tempio e santuario rupestre di Demetra, invece, sorge nella parte orientale della città, sul fianco del pendio con cui si conclude la Rupe Atenea. Dal terrazzo del tempio di Demetra, attraverso una scalinata incavata nella roccia, si arriva al sottostante santuario completamente scavato all’interno della collina.

La valle dei Templi, inoltre, ospita la cosiddetta Tomba di Terone, un monumento in tufo di notevoli dimensioni a forma di piramide, che si pensa sia stato eretto per ricordare i caduti della seconda guerra punica.

La Tomba di Terone si presenta come un sepolcro su alto podio a pianta quadrata, con colonne ioniche e trabeazione dorica, un modello ben noto nell’Oriente ellenistico e poi diffuso attraverso la cultura ellenistica italica anche nelle province occidentali.

Per visitare questo sepolcro da vicino, basta attraversare la Porta Aurea che, pur conservata solo nei tagli della roccia, rappresentava una delle più importanti della città, collegandola al mare. Qui sono collocati più fitti i sepolcri ellenistici e romani e, fra questi, anche gli esempi più monumentali.

La Valle dei Templi rappresenta un capolavoro del genio creativo dell’uomo per quanto riguarda gli sviluppi nell’architettura, nelle arti monumentali e nel disegno del paesaggio.

L’area archeologica di Agrigento mostra un importante scambio di valori umani, essendo senza dubbio una delle principali città della regione mediterranea con le sue eccezionali testimonianze dell’influenza greca.

La Valle dei Templi di Agrigento comprende tutti gli elementi essenziali che concorrono alla giustificazione del suo eccezionale valore universale, avendo conservato in buone condizioni le strutture originarie e garantito così una rappresentazione autentica eccezionale del sito archeologico.

Alessandro Campa

 

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