Speciale elezioni/ Fluttero (Pdl): puntare alle rinnovabili, per economia e ambiente

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Puntare alle rinnovabili per migliorare l’economia e l’ambiente del nostro Paese: ecco uno dei punti chiave della politica ambientale di Andrea Fluttero, candidato Pdl. Leggi l’intervista

Andrea Fluttero, candidato per il Pdl al Senato della Repubblica, sottolinea ad Ecoseven.net un grande deficit dell’Italia: la sua dipendenza energetica dall’estero e dichiara che puntare sullo sviluppo maggiore delle rinnovabili significa non solo fare del bene all’ambiente, ma anche all’economia del nostro Paese. Di seguito l’intervista:

 

Quanto è importante il rispetto dell’ambiente nel programma politico del Suo partito?

E’ certamente importante, ma se sarò eletto conto di lavorare per aumentare la consapevolezza sia nel mio partito che in Parlamento sull’importanza del rispetto dell’ambiente e sulle notevoli opportunità ambientali ed economiche che una intelligente politica di greening dei settori industriali del nostro Paese rappresenta in termini di sviluppo ed occupazione.

 

Quanto conta il settore green nell’economia?

A mio modo di vedere ancora troppo poco. In questi anni è sicuramente aumentato, ma si può fare ancora meglio sia in termini di quantità che di qualità delle politiche di sostegno e di settori da sviluppare.

La “Green Economy” rappresenta uno dei possibili segmenti di mercato da sviluppare per aumentare il prodotto interno lordo e l’occupazione, ma deve essere perseguita tenendo ben saldi i principi generali dell’economia di mercato e riducendo l’impegno di risorse pubbliche al minimo ed esclusivamente per eventuali fasi di start up di settore.

Per questo motivo è necessario distinguere la “Smart Green Economy” dalla Stupid Green Economy” che brucia risorse ed avvantaggia i produttori esteri. I settori “green” verso i quali indirizzare l’economia sono infatti molti ed è indispensabile che la scelta di quali sostenere venga fatta tenendo in considerazione le ricadute sulle filiere industriali nazionali. Di conseguenza, la definizione di nuovi e più stringenti parametri ambientali deve essere fatta in raccordo con lo sviluppo della ricerca e tenendo conto delle ricadute positive sul sistema produttivo nazionale e sull’occupazione che ciò può generare.

 

Come affrontare il problema del rischio idrogeologico?

Il rischio idrogeologico è ineliminabile, non è corretto utilizzare, come spesso si fa, il termine “messa in sicurezza”, molto meglio “riduzione del rischio”. Fatta questa premessa ritengo si debba uscire dalla logica dell’emergenza e degli interventi straordinari passando alla manutenzione costante del territorio che può essere perseguita anche tramite l’incentivo all’utilizzo delle aree abbandonate dove spesso si creano le condizioni di innesco dei fenomeni di dissesto. Penso ad esempio alla superficieboschiva, in gran parte abbandonato che, se ben gestito in termini agro forestali, è di fatto una miniera di bio massa.

Altrettanto importante è l’aumento della consapevolezza delle caratteristiche ambientali del territorio nel quale si risiede. I cittadini sempre più abituati ad una vita “artificiale” e sempre meno in sintonia con il contesto naturale nel quale è situato il loro quartiere o la loro città. Contesto comunque caratterizzato da stagioni, eventi climatici e caratteristiche intrinseche che non possono essere ignorate.

Infine sono evidenti le criticità che discendono dal disaccoppiamento tra l’intervento locale di pianificazione urbanistica che genera antropizzazione del territorio ed introito di oneri di urbanizzazione nelle casse comunali e l’intervento statale, a cui si chiedono le attività di “riparazione” dei danni in emergenza con interventi che necessitano di risorse sempre più ingenti

 

Agricoltura: reputa il settore fondamentale per la crescita? E se si, perché?

In questi mesi le politiche agricole europee sono oggetto ad un processo di “greening” della PAC, politica agricola comunitaria, che cambia approccio rispetto al passato creando le condizioni perché l’attività agricola, adattandosi alle diverse morfologie di territorio, tenga insieme diversi aspetti intrecciati tra loro. L’indipendenza alimentare, la qualità delle produzioni, la manutenzione del territorio, il restauro e la conservazione del paesaggio, l’utilizzo dei terreni marginali, delle aree fluviali, collinari e montane in funzione di salvaguardia della biodiversità e dei beni e servizi eco sistemici in gran parte prodotti in quelle aree e poco conosciuti e considerati soprattutto per i loro risvolti di tipo economico

 

Energie: rinnovabili o fonti fossili? Perché?

In Italia consumiamo 30 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) di energia elettrica, 60 Mtep di energia termica e 40 Mtep di energia per combustibile da autotrazione.

Il costo dell’energia per i consumatori è troppo alto ed inoltre la dipendenza dalle importazioni e dalle fonti fossili è quasi dell’ottanta per cento.

Abbiamo quindi la convenienza economica ed ambientale nel raggiungere e superare gli obiettivi europei del 17% di energia da fonti rinnovabili, riducendo i consumi grazie all’efficienza energetica, riducendo le importazioni e l’uso di fonti fossili grazie all’aumento della produzione di energie rinnovabili. Sostenendo però quelle a maggior ricaduta sul sistema industriale nazionale e sul territorio in termini di occupazione e manutenzione come le Biomasse silvoforestali, l’idroelettrico, le pompe di calore, i pannelli per acqua calda, la produzione di biodiesel e bioetanolo.

Nello specifico, le Biomasse silvoforestali a filiera corta ed il miniydro, sono modalità da sostenere in modo particolare, perché oltre ad essere basate su tecnologie nelle quali le industrie nazionali sono ben presenti, consentono, se opportunamente regolate, di garantire una positiva ricaduta economica ed occupazionale a territori marginali montani e pedemontani oltre a svolgere un utile effetto in termini di prevenzione del dissesto del territorio.

In ogni caso, in considerazione delle quantità in gioco e pur in presenza di un trend che vede crescere la rinnovabili a discapito delle fossili, per parecchio tempo le fonti rinnovabili e fossili non saranno alternative tra di loro, ma integrate in sistema che deve tenere insieme aspetti ambientali, economici, strategici nonché le ricadute sul sistema industriale del paese.

 

Avete pensato a come potreste promuovere la diffusione dell’auto elettrica? E l’uso della bicicletta?

L’auto elettrica ha sicuramente una serie di vantaggi ambientali nell’utilizzo urbano ed incontra la simpatia dei consumatori. Gli ostacoli alla sua maggiore diffusione sono connessi alla contenuta autonomia delle batterie, ai lunghi tempi di ricarica ed ai costi ancora elevati dei modelli disponibili. Alcuni disegni di legge presentati in questa legislatura, tra i quali uno a mia firma, si propongono di sostenere lo sviluppo del mercato dell’auto elettrica tramite incentivi alla realizzazione delle colonne per la ricarica su aree pubbliche ed incentivi all’acquisto di autovetture elettriche. Nel caso del mio ddl i contributi provengono, sul modello francese, da un prelievo sulle auto di grossa cilindrata e ad alte emissioni.

Anche in questo caso è però utile che il legislatore non si faccia trascinare dalle mode del momento e valuti con attenzione le diverse opzioni ambientali ed economiche disponibili e le ricadute sui settori industriali nazionali. Oltre all’elettrico puro quindi è utile valutare, al fine di definire sostegni pubblici, anche i modelli ibridi e la auto con motore endotermico a Gpl ed a Metano.

Per la bicicletta, soprattutto nelle grandi città, serve un forte aumento della presenza del servizio di Bike sharing con modalità di utilizzo facilitate e rapide, aumento dei percorsi protetti e delle rastrelliere per il parcheggio. 


Ci dice un suo comportamento eco che assume abitualmente nella vita di tutti i giorni?

Vado in Senato tutti i giorni in bicicletta da 7 anni. Oltre all’aspetto ambientale trovo estremamente comodo e rapido spostarsi durante la giornata nel centro storico di Roma. Ovviamente questa scelta è valida per brevi tragitti, mentre per gli spostamenti più lunghi preferisco evitare i pericoli del traffico sui grandi corsi utilizzando mezzi pubblici e taxi. Naturalmente faccio una buona raccolta differenziata.

 

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