Acqua e guerre/5 Le Guerre dell’acqua: il caso dello Yemen e del Nilo

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La scarsita’ di acqua e’ causa di guerre. Secondo alcuni analisti i prossimi scenari di conflitto si potrebbero verificare nello Yemen e nelle zone del Nilo, dove l’acqua è una risorsa scarsa e non sempre accessibile

L’acqua scarseggia. Ed è per questo che le Nazioni Unite hanno inaugurato un progetto che studia 30 Paesi che per il 2025 soffriranno la scarsità d’acqua. Di questi Stati, 18 appartengono al Medioriente e al Nord Africa, tra cui l’Egitto, Israele, la Somalia, la Libia e lo Yemen.

L’acqua sarà causa di guerra nello Stato dello Yemen. Secondo alcuni analisti, nei prossimi anni la battaglia tra il nord e il sud dello Yemen sarà lo scenario della prossima guerra dell’acqua. A oggi lo Yemen è il paese arabo più povero e secondo gli esperti idrologi nella capitale, Sanaa, nel 2025 l’acqua potrebbe esaurirsi totalmente. Gli yemeniti dipendono dall’acqua delle falde acquifere sotterranee in rapido esaurimento e dalla pioggia.Secondo un rapporto prodotto dalla Società di consulenza McKinsey and Company per il governo yemenita, la scarsità d’acqua potrebbe costare 750.000 posti di lavoro, riducendo i redditi del 25% nel prossimo decennio. Il Ministro per le risorse idriche Abdul Rahman Fadhl Iryani a detto in un’intervista al Los Angeles Times: “Ci aspettiamo presto che molti dei nostri pozzi si asciugheranno, dopo di che, dovremmo trovare una nuova fonte o mantenere la foratura profonda”.Spesso in rapporto ai problemi sorti nello Yemen si è parlato delle differenze tribali ma la scarsità delle risorse idriche è sicuramente alla base delle lotte secessioniste.

L’acqua del Nilo è un altro punto di potenziale infiammabilità, nel 1989 l’ex presidente Hosni Mubarak minacciò di inviare delle squadre di demolizione al progetto di una diga in Etiopia. Attualmente in Egitto l’esercito ha ancora delle brigate di guerra nella zona. Anto Earle, direttore dello Stockholm International Water Institute sostiene che sul Nilo la cooperazione è nell’interesse di tutti i paesi coinvolti, in quanto potrebbero congiuntamente costruire dighe e ridurre le quantità d’acqua persa per evaporazione.

(Chiara Palmieri)

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