Salute: curare l’autismo grazie al linguaggio segreto dei gesti

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Secondo un recente studio dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova e dell’Universita’ di Torino, l’interpretazione dei gesti nasconde un linguaggio delle intenzioni, utile ad interpretare patologie come l’autismo

E’ possibile curare l’autismo attraverso l’interpretazione del linguaggio dei gesti? Secondo un recente studio italiano condotto dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova e dall’Università di Torino, sembrerebbe di si.

Lo studio infatti, rivelerebbe la presenza di un ‘linguaggio delle intenzioni’ nascosto nei movimenti delle persone (e comune ad ogni essere umano), aprendo a nuovi scenari nella comprensione delle interazioni sociali e delle patologie che comportano un’alterazione della capacità di ‘comunicazione’, come per esempio l’autismo.

La posizione dei ricercatori italiani su questo argomento, ampiamente descritta sulla rivista di settore descritti su ‘The Neuroscientist’, fa riferimento, in particolare, al significato che attribuiamo ad un’azione compiuta da un individuo, interpretabile nella modalità in cui essa viene eseguita. Nel loro lavoro, i ricercatori partono dall’analisi delle più recenti ricerche nel campo delle neuroscienze, focalizzate sull’interpretazione dei movimenti che gli esseri umani compiono per raggiungere uno scopo. Stando a quanto dichiarato dagli esperti quindi ‘le evidenze raccolte nello studio dimostrano come le intenzioni siano visibili nella cinematica, in altre parole, nelle caratteristiche specifiche del movimento.’

Per capire come le intenzioni diventino ‘visibili’ nei movimenti, uno degli esperimenti condotti dai ricercatori ha riguardato l’analisi cinematica del movimento di persone cui veniva richiesto di afferrare uno stesso oggetto, ma per scopi diversi. In particolare si trattava di afferrare una bottiglia o per bere, o per versare il suo contenuto in un bicchiere, o per passarla a un’altra persona. Le variazioni nel movimento dell’afferrare nei diversi momenti, ha mostrato i segni delle differenti intenzioni.

La scoperta apre quindi nuovi scenari nella comprensione delle interazioni sociali e delle patologie ad esse legate, tra cui l’autismo. L’ipotesi, infatti, è che alcune patologie portino all’alterazione del ‘vocabolario’ azione-intenzione che utilizziamo normalmente, impedendo così di leggere gli scopi del movimento altrui. Maggiori informazioni sono disponibili su questo sito.

(ml)

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