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I Paesi fantasma / Basilicata, Cristo si e’ fermato a Craco

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Il fascino di Craco si percepisce già lungo la ripida strada che sale fra il terreno cretoso e arriva ai margini del paese disabitato. Abbandonato a causa degli smottamenti, il paese lucano dall’atmosfera surreale sogna la rinascita. E il grande schermo già lo adora

Il fascino di Craco si percepisce già lungo la ripida strada che sale fra il terreno cretoso e arriva ai margini del paese abbandonato. Poi c’è la sorpresa della sagoma sghemba del villaggio abbarbicato sul colle. Ma la storia di questo paese, che i suoi abitanti furono costretti a lasciare dopo le frane degli anni ’60, non vuole essere quella di un paese abbandonato. Il clima che si respira in questo piccolo borgo in provincia di Matera, capace di unire malinconia e mistero, ha attratto molti cineasti che tra le rovine di Craco hanno girato scene dei loro film. Insieme al capoluogo, Craco ricorda la Giudea descritta nel Vangelo. Ecco allora che ai piedi del paese Mel Gibson gira l’impiccagione di Giuda nel suo The Passion. Ma prima di lui e in un paese già quasi completamente deserto,  Francesco Rosi girò il suo Cristo si è fermato ad Eboli. E poi ancora: King David con Richard Gere, Nativity di Catherine Hardwicke e Il Sole anche di notte dei fratelli Taviani. Fino ad arrivare al tributo che Rocco Papaleo ha voluto offrire alla sua regione con il divertente Basilicata coast to coast.

La prima testimonianza di una città con il nome di Craco risale all’incirca all’anno 1000. Il paese divenne un ricco centro grazie alla coltivazione di grano duro e cereali.  Non a caso lo stemma del paese raffigura una mano che regge tre spighe di grano. Il paese arrivò a contare 2mila abitanti e molti erano i palazzi nobiliari che si stagliavano in cima alla collina. Di questi, è possibile ancora vedere i resti dell’antico splendore fra portali decorati e stemmi.

La frana del 1963 e i successivi smottamenti dovuti alle infiltrazioni d’acqua nel terreno argilloso resero necessaria l’evacuazione della popolazione. Alcuni abitanti tennero duro e rimasero fino al 1980. Craco è stata ricostruita a valle, dove però oggi vivono solo circa 700 abitanti. Molti hanno scelto di andarsene, mentre una cinquantina hanno voluto rimanere vicino al loro vecchio centro, vivendo in case nuove sull’altro lato della collina.

Inserito nella Watch list 2010 del World Monument Fund, il paese lucano non si arrende all’oblio e cerca di immaginare un proprio futuro. Così il Comune ha steso un progetto di recupero del borgo e istituito e messo in sicurezza un percorso di visita guidata che si snoda lungo quello che fu il corso principale del paese fino a giungere alla vecchia piazza principale. Il prossimo obiettivo è aprire un secondo itinerario che attraversi la parte più alta del borgo, poggiata sulle rocce e non sull’argilla e quindi non interessata dagli smottamenti. Per continuare a vivere, Craco ha bisogno del sostegno di tutti coloro che amano quella sua atmosfera di straordinaria suggestione.

Per maggiori informazioni: www.comune.craco.mt.it

(Alessandra Severini)
 

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