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Migranti: Tunisia, ‘in prima linea per aiutarvi ma ci servono più mezzi’

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Roma, 5 apr. (Adnkronos) – “Per gestire i flussi dei migranti clandestini verso l’Europa, la Tunisia sta impiegando tutte le risorse e i mezzi a sua disposizione. Ma questi non sono illimitati, tanto più che stiamo attraversando un periodo di difficoltà per l’economia e le finanze pubbliche. Di più non possiamo fare”. Lo ha detto in un’intervista a Repubblica il ministro degli esteri tunisino Nabil Ammar, aggiungendo che “abbiamo bisogno di finanziamenti e di materiale. La Tunisia ha ricevuto molto meno fondi europei per finanziare questa battaglia di altri Paesi, come la Turchia ma anche l’Italia stessa”.

“A emigrare da qui non sono solo i tunisini, la maggior parte provengono dai Paesi subsahariani – spiega il ministro – La Tunisia è un Paese di passaggio, presa come in una morsa tra il suo Sud e il suo Nord. Abbiamo imbarcazioni e mezzi operativi che sono stati donati dai Paesi europei, Italia compresa, per intercettare questi migranti. Ma non sono sufficienti e in certi casi ormai sono vecchi. Quanto al decreto che limita l’operatività delle navi delle Ong nei salvataggi in mare, non posso commentare un provvedimento del vostro governo. Ma da un punto di vista umano è un limite che ci si dà per salvare delle vite umane. I Paesi limitrofi, Italia compresa, ci inviano delle informazioni sulle imbarcazioni in viaggio e ci dicono: siete voi che dovete intervenire. Ecco, ci prendiamo le nostre responsabilità: noi ci andiamo. E tutto questo ci costa molto finanziariamente”.

Riguardo il rischio default e l’accordo con l’Fmi per un prestito da 1,9 miliardi di dollari, dice ancora Ammar, “il fondo esige certe condizioni. Noi vogliamo riformare il nostro Paese ma non si possono imporre riforme drastiche e da realizzare su un breve periodo. Dobbiamo pensare alla giustizia sociale, altrimenti ci saranno ancora più tunisini che emigreranno clandestinamente. Stiamo negoziando con l‘Fmi. Il Governo di Giorgia Meloni – aggiunge – ci sta sostenendo tantissimo. Ma sia con l’Italia che con l’Europa dobbiamo allargare la cooperazione al di là dei migranti. La Tunisia ha tante potenzialità: creiamo qui e nei Paesi subsahariani le condizioni per uno sviluppo vero. Andiamo al di là della logica: vi diamo i soldi e in cambio voi bloccate la migrazione clandestina. Perché è un ragionamento riduttivo, a breve termine. Ci danno più soldi per fare la polizia, necessari per rendere più efficace questa battaglia. Ma poi, domani che facciamo? L’Italia e gli altri Paesi ci dicono: vi aiuteremo nell’immigrazione legale. Ma svuotare la Tunisia delle sue competenze, di medici, ingegneri e tecnici non è la soluzione. Queste persone possono andare all’estero, arricchire la loro esperienza ma poi bisogna dare loro le occasioni di ritornare”.

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