Nuovi posti di lavoro in arrivo grazie alle energie rinnovabili

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Tra dieci anni la domanda di energia in Italia sarà soddisfatta da un mix di fonti, nel quale sempre più importanza avranno le fonti rinnovabili. Per questo sempre più professionisti di varie discipline saranno chiamati ad impegnarsi nel settore

Secondo quanto emerge dalla ricerca ’Il futuro dell’energia’, condotta da S3.Studium, tra dieci anni la domanda di energia in Italia sarà soddisfatta da un mix di fonti: per il 31% dal petrolio (contro il 39% attuale), per il 39% dal gas (contro il 37% attuale), per l’8% dal carbone (contro il 7% attuale), per il 18% dalle rinnovabili (contro il 12%) e per il 4% dalle importazioni (contro il 5% attuale). Sì dunque alle energie ’verdi’, ma il percorso rimane ad ostacoli, come è stato rilevato. L’eolico sarà, infatti, concentrato nel Sud del Paese e nelle isole; mancherà, inoltre, l’espansione del settore idroelettrico perché sono stati già sfruttati i siti migliori, mentre le biomasse si svilupperanno solo dopo il 2020. L’energia geotermica sarà la meno utilizzata a causa degli elevati costi delle tecniche di esplorazione e produzione per lo sfruttamento su larga scala.

"Sia per la produzione dell’energia che per il suo contenimento gli ingegneri hanno un ruolo di primo piano. Da qui la necessità che politica e industria si convincano di procedere nella fascia alta della filiera. Le fonti energetiche rinnovabili e la mobilità sostenibile produrranno entro il 2020 per il nostro Paese circa un milione di nuovi posti di lavoro. Ad affermarlo è Romeo La Pietra, presidente del Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, in occasione del Congresso nazionale della categoria, in programma a Bari fino al 9 settembre.

"Le nuove figure professionali che saranno maggiormente ricercate -ha spiegato- saranno strettamente collegate alle scelte che faranno i decisori pubblici e le imprese sul fronte delle politiche energetiche, infrastrutturali e di finanziamento". L’opportunità occupazionale che si prospetta è davvero notevole e proprio per i professionisti dell’ingegneria: solo per loro, infatti, nell’arco di nove anni, potrebbero crearsi dai 20 ai 40mila nuovi posti di lavoro, secondo un’indagine dello Iefe Bocconi e del Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, in particolare nei settori quali: meccanica, elettromeccanica, termoidraulica, edilizia, mobilità e rinnovabile termiche dove l’Italia ha una significativa quota di mercato.

Da parte sua, il sociologo Domenico De Masi, intervenuto al congresso, ha auspicato un cambio di rotta: "Dall’ingegneria dello spreco a quella dell’intelligenza per innovare il sistema Italia". Secondo il sociologo, gli ingegneri sono al giro di boa: devono perdere le loro abitudini, il vizio dello sviluppo ad ogni costo, per calarsi sempre più in un modello economico-sociale caratterizzato dalla decrescita. "Abbiamo più energia di quanta ne consumiamo, il nostro problema è lo spreco", ha ribadito De Masi.

(Red)

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