apnea ostruttiva del sonno

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Qual è la relazione tra vitamina D e apnea ostruttiva nel sonno

Una recente meta-analisi pubblicata sulla rivista Respiratory Research ha trovato un legame tra bassi livelli di vitamina D e un più alto rischio di incidenza di apnea ostruttiva del sonno (OSAS).

Gli autori dell’analisi hanno trovato 29 studi ammissibili che soddisfacevano i criteri di inclusione, per un totale di 6.717 soggetti.

L’OSAS colpisce il 2-5% della popolazione mondiale.

Si riferisce a un disturbo correlato al sonno caratterizzato da un’ostruzione ripetitiva incompleta o totale del tratto respiratorio superiore durante il sonno, che causa una diminuzione dei livelli di ossigeno nel sangue, ed è associato a sonnolenza, affaticamento, disattenzione, perdita di memoria e mal di testa durante il giorno, aumentando significativi problemi di qualità della vita e persino riducendo l’aspettativa di vita.

Ciò è dovuto ai numerosi rischi che l’OSAS pone su problemi di salute cardiovascolare, cognitiva e polmonare.

Sulla base di diversi studi precedenti, gli autori della meta-analisi hanno ipotizzato che le concentrazioni nel sangue di vitamina D potrebbero essere positivamente associate a riduzioni del rischio di sviluppare OSAS, sebbene la patogenesi del disturbo non sia molto ben compresa.

Una chiara correlazione, tuttavia, è l’elevato indice di massa corporea.

Ciò che i ricercatori hanno scoperto è che l’indice di massa corporea e l’OSAS interagiscono per influenzare il livello di vitamina D, il che significa che i livelli di vitamina D erano in media più bassi tra i partecipanti che avevano sia sovrappeso o obesità che OSAS.

Secondo gli autori dello studio la relazione tra obesità e OSAS è come un “circolo vizioso”, poiché il sonno disordinato si traduce in significative riduzioni dell’attività diurna, aggravando l’obesità.

Tuttavia, la carenza di vitamina D può essere in parte sottoprodotto e in parte causa dell’OSAS, hanno detto i ricercatori, sottolineando che la vitamina D3 potrebbe migliorare diverse condizioni di salute fisiologiche, biochimiche e soggettive correlate a infiammazione, stress ossidativo, metabolismo energetico e altro, il che significa che può avere qualche beneficio nei pazienti con OSA. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche.

 

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