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Musica che fa passare il dolore

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Contro il dolore causato dagli interventi al cuore oggi c’è un nuova alleato, la musica

La chirurgia cardiaca può essere stressante, ma i ricercatori potrebbero aver trovato un modo per ridurre l’ansia dei pazienti e il dolore post-operatorio, senza effetti collaterali aggiuntivi. Un team olandese ha scoperto che il semplice atto di ascoltare la musica durante il periodo dell’intervento può aiutare i pazienti durante il recupero.

Per la nuova ricerca, pubblicata online sulla rivista Open Heart, il team olandese ha analizzato i dati di 16 studi che esaminano l’effetto della musica sulle cure post-operatorie.

Il totale dei pazienti coinvolti nei 16 studi è quasi pari a 1.000 e circa il 90% delle procedure ha coinvolto innesti di bypass coronarico e/o sostituzione della valvola cardiaca.

La maggior parte delle volte il tipo di musica utilizzato era rilassante e non aveva ritmi o percussioni forti, ma la scelta era varia.

A volte proveniva dalle playlist dei pazienti, ma altre volte dalle playlist preselezionate o scelte dal medico. Invece della musica, i gruppi di confronto negli studi hanno ricevuto un mix di altre opzioni, come riposo programmato, esercizi di respirazione o cuffie senza musica. I ricercatori hanno quindi utilizzato scale e sistemi di punteggio convalidati per misurare l’ansia e il dolore dei pazienti.

L’analisi ha mostrato che l’ascolto di musica sembra ridurre in modo significativo l’ansia e il dolore dei pazienti dopo un intervento chirurgico al cuore.

Diversi giorni di ascolto della musica hanno anche ridotto l’ansia fino a otto giorni dopo l’intervento, secondo lo studio.

I ricercatori hanno sottolineato che anche se la musicoterapia sembra aiutare ad alleviare il disagio e il dolore, non ha avuto un grande impatto sull’uso da parte dei pazienti di antidolorifici oppioidi, sulla durata della degenza ospedaliera, sul tempo dedicato alla ventilazione meccanica, sulla pressione sanguigna, sulla frequenza cardiaca o sulla respirazione.

Anche se lo studio è limitato, visto che la musica non ha rischi o effetti collaterali, si potrebbe iniziare già ad usarla nei pazienti di cardiochirurgia. E non solo, forse.

 

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