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Come si parla del razzismo?

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Un nuovo studio ci dice che esiste un “daltonismo” nelle conversazioni sulla razza tra genitori e figli

Le conversazioni su cosa siano la razza e il razzismo sono aumentate nell’ultimo anno. Dopo il terribile omicidio di George Floyd e l’esplosione del movimento Black Lives Matter sono molte le famiglie che si sono ritrovate ad avere conversazioni in merito a cosa sia il razzismo.

Per questo un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Cultural Diversity and Ethnic Minority Psychology, ha deciso di osservare la maniera in cui si parla (e si dovrebbe parlare) di questo argomento.

Lo studio analizza i dati raccolti nell’estate 2015 (nelle settimane immediatamente successive alla sparatoria nella chiesa di Charleston) da un campione di genitori bianchi americani che hanno risposto a domande su come parlano di razza con i loro figli (di età compresa tra 8 e 12 anni).

Ne è risultato che i genitori americani bianchi comunicano spesso messaggi contraddittori sulla razza ai loro figli – ma probabilmente in maniera involontaria.

“C’è una differenza tra dire che la razza ‘non dovrebbe’ essere importante e la razza ‘non’ è importante”, spiega Jamie Abaied, professore di psicologia dello sviluppo presso l’Università del Vermont e autore principale dello studio, secondo il comunicato stampa dell’università.

Voler spiegare che il razzismo è reale è sbagliato è molto positivo, ma dire che lo è perché la razza “non è importante” è come dire che è un fatto superficiale.

È questo il fenomeno che i ricercatori definiscono “daltonismo”: “una forma moderna di razzismo, che può assumere la forma di evasione del colore (affermando di “non vedere” la razza) o di evasione di potere (negando che la disuguaglianza razziale sia una realtà)”.

Secondo i dati, circa la metà dei genitori ha inserito il daltonismo almeno una volta nelle risposte e più del 21% ha comunicato solo il pensiero daltonico ai propri figli.

Sebbene questo non sia il fulcro dello studio, che si occupa di ricalibrare la scala che va da razzista a non razzista, secondo Abaied, è il risultato più problematico emerso.

La razza è reale, ha effetti reali sulla vita delle persone. “Se non pensi che la razza sia reale, è più facile fare un passo avanti e credere che il razzismo non sia reale”, dice Abaied. A volte le buone intenzioni non bastano, si deve stare molto attenti a come si descrive il mondo ai propri figli.

I genitori bianchi hanno un vero potere, in questo senso. E dovrebbero usarlo.

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