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James Cameron conquista da solo la Fossa delle Marianne

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James Cameron e’ il primo nella storia a raggiungere in solitaria la Fossa delle Marianne. Il regista  “The Abyss”, e “Titanic” tocca il punto più profondo degli oceani, scendendo a quota 10.898 metri

10898 metri. Un record di profondità assoluto, che poteva essere raggiunto solo nella Fossa delle Marianne, la depressione oceanica più profonda del mondo, che da sempre ispira fantasie, storie, teorie scientifiche. Come quella secondo la quale sul fondo della Fossa delle Marianne ci sarebbero 3 volte le specie viventi conosciute.

E ad intraprendere un viaggio del genere, nessuno sembra più idoneo del regista di Avatar, The Abyss e Titanic, del produttore di Sanctum (claustrofobico film sulla speleologia subacquea).

E’ stato infatti James Cameron a mettersi sulle orme di Jacques Piccard e Don Walsh, fino ad oggi gli unici a raggiungere, nel 1960 i 10916 metri del Challenger Deep. Una impresa quella del 1960, che parla italiano, visto che il batiscafo con il quale fu condotta l’esplorazione era il Trieste, realizzato nella città dalla quale ha preso il nome.

Cameron ha compiuto la discesa, durata cinque ore, a bordo del Deepsea Challenger, un mini-sottomarino a forma di siluro lungo sette metri e fabbricato in collaborazione con il National Geographic.

Il mezzo e’ in grado di scendere a una velocita’ di 150 metri al minuto e di resistere a una pressione di piu’ di 1,2 tonnellate per centimetro quadrato. “Sono appena arrivato nel punto piu’ profondo dell’oceano”, ha dichiarato Cameron via Twitter dalla Fossa delle Marianne, “toccare il fondo non e’ mai stato cosi’ bello. Non vedo l’ora di condividere con voi cio’ che vedo”. Il regista canadese e’ il primo a compiere un’immersione in solitaria nel punto piu’ profondo della Terra.

In seguito il fondale era stato raggiunto da due robot sottomarini, il giapponese Kaiko nel 1995 e l’americano Nereus nel 2009. Dopo una risalita piu’ rapida del previsto, avvenuta in 70 minuti, il batiscafo del regista e’ riemerso alle 4 del mattino ora italiana 500 chilometri a sud-ovest dell’isola americana di Guam, a meta’ strada fra Australia e Giappone. Cameron ha prelevato campioni del suolo marino per la ricerca scientifica e ha realizzato foto e video. Ad aspettarlo in superficie c’erano le navi di ricerca Mermaid Sapphire e Barakuda. La spedizione e’ il frutto di preparativi durati ben otto anni.

Nei giorni scorsi, il Deepsea Challenger aveva gia’ raggiunto il fondale senza pilota per un’immersione di prova.
Si calcola che sul fondo dell’Oceano Pacifico vivano 750mila specie marine non ancora formalmente catalogate dalla scienza, tre volte in piu’ di quelle che si conoscono. Alla progettazione del batiscafo di Cameron e all’organizzazione della missione hanno partecipato lo Scripps Institution of Oceanography, il Jet Propulsion Laboratory e l’Universita’ delle Hawaii. Durante le prove, all’inizio di marzo, Cameron aveva raggiunto la profondita’ di 8.166 metri. “E’ un posto molto lunare, molto desolato”, ha poi raccontato Cameron al ritorno in superficie, “molto isolato.

Mi sono sentito come se nello spazio di un giorno fossi andato su un altro pianeta e fossi tornato indietro. E’ un mondo assolutamente uniforme, del tutto alieno”. “Precipitare nel baratro spalancato dell’oceano, attraverso l’oscurita’, e’ un qualcosa che un robot non e’ in grado di descrivere”, ha osservato. A suo dire, il panorama non e’ stato molto diverso dalla superficie della Luna stessa. Ai giornalisti il 57enne regista ha spiegato di essere rimasto sul fondale della Fossa delle Marianne non per le previste sei ore bensi’ per per poco piu’ di due e mezza, dunque meno di quanto abbia impiegato per scendere, vale a dire due ore e 36 minuti: cio’ a causa di problemi al sistema idraulico del suo sommergibile monoposto, che hanno consigliato di accelerare i tempi.

“Dalla mia prospettiva, e’ stato il culmine di un sogno lungo una vita”, ha aggiunto, esprimendo l’auspicio di poter coniugare anche in futuro il proprio amore per la ricerca oceanica con il lavoro nel cinema. “Spero di non dover scegliere tra le due cose, e di poterle compiere entrambe parallelamente”, ha concluso Cameron.

 

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Deep see challenge, Fossa delle Marianne, James Cameron

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