Imu: seconda rata da batosta, i Comuni alzano le aliquote

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L’Imu ha portato nelle tasche dei Comuni e dello Stato 9,6 miliardi di euro. Ma i veri incassi arriveranno con la seconda e terza rata: aliquote alte e redditizie per tanti Comuni

L’Imu, la tanto odiata Imposta municipale unica, ha portato i risultati attesi. Sono state confermate le prime indiscrezioni secondo cui l’Imu è stata un successo finanziario. Il gettito dell’Imu versata a giugno si attesta oltre 9,6 miliardi di euro, per l’esattezza a 9.602.622.285, di cui 5.647.605.851 di quota comunale e 3.955.016.435 di quota dello Stato. A dare notizia di quanto denaro è stato accumulato grazie all’Imu è stato il ministero dell’Economia. L’Imu che ha portato maggiore denaro nelle casse delle Istituzioni è stata quella pagata nella provincia di Roma, con un gettito di oltre 1 miliardo (1.000.786.735). Alle spalle della provincia di Roma si collocano, come era prevedibile, Milano (680,9 milioni di euro) e Torino (428,2 milioni) mentre in fondo alla classifica si trovano Vibo Valentia (11,1 milioni di euro), Medio Campidano (7,7 milioni) e Ogliastra (5 milioni).

Ma a far felici ancor di più i Comuni sarà il pagamento della seconda e terza rata (in base alla rateizzazione scelta) delI’Imu, che prevede il conguaglio finale con l’incremento del pagamento delle aliquote fissate dai comuni. E peggio di così, per gli italiani non poteva andare. Tanti sono infatti i Comuni che hanno portato l’aliquota ordinaria alle stelle, cercando di incassare quanto più possibile con i ricavi dell’Imu. L’obiettivo da raggiungere, secondo i calcoli del Governo, era 21,4 miliardi. Ma alzando le aliquote ordinarie gli obiettivi raggiungibili si stimano intorno ai 26 miliardi: la differenza sarà incassata totalmente dalle istituzioni Comunali. A dare conferma dell’aumento dell’aliquota di base sono stati già i comuni di Roma, Perugia, Genova e Torino, che hanno fissato l’aliquota per la prima casa a 0,5% e l’aliquota per la seconda casa e successive a 1,06%.

Le aliquote Imu definitive approvate dal Consiglio Comunale di Milano, invece, sono state così definite: per la prima casa classificata in categoria A4, A5 (abitazioni popolari e ultra popolari) l’aliquota è pari allo 0,36%. Per le abitazioni che rientrano invece nelle categorie A2, A3, A6, A7, l’aliquota è ferma allo 0,4%. Per le abitazioni A1, A8, A9 (abitazioni signorili, palazzi di pregio artistico, ville e castelli) si sale invece fino allo 0,6%. Per le seconde case non locate si mantiene inalterata l’imposta fissata all’1,06%, mentre quelle che rientrano nelle categorie da A1 a A9 con contratto di locazione regolarmente registrato potranno godere di una aliquota agevolata dello 0,96%.

(gc)

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