L’Età anziana rivisitata

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La proposta della SIGG a 75 Anni

La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) ha recentemente proposto un nuovo approccio nel definire l’anzianità, suggerendo di spostare il limite a 75 anni anziché i tradizionali 65. Questa proposta riflette il cambiamento dei parametri di salute e benessere nella società moderna, sottolineando che un 65enne d’oggi possiede la forma fisica e cognitiva di un individuo di 40-45 anni di tre decenni fa.

In questo articolo, esamineremo i motivi dietro questa proposta e le implicazioni che potrebbe avere sulla percezione sociale dell’invecchiamento.

La ricerca scientifica a sostegno della proposta

La SIGG ha basato la sua proposta su studi scientifici che evidenziano miglioramenti significativi nella salute e nella longevità negli ultimi decenni. L’evoluzione delle conoscenze mediche, degli stili di vita più sani e delle condizioni socio-economiche migliorate sembra aver influenzato positivamente la vitalità degli individui anziani.

La nuova definizione di anzianità

La proposta della SIGG mira a rivedere il concetto di anzianità per adattarlo ai cambiamenti della società moderna. In base a questa proposta, una persona dovrebbe essere considerata anziana a partire dai 75 anni anziché dai tradizionali 65. Questo non solo tiene conto dei miglioramenti nella salute e nella longevità, ma riconosce anche la diversità tra gli anziani stessi, con molte persone che mantengono uno stile di vita attivo e contributivo ben oltre i 65 anni.

Implicazioni sociali ed economiche

Se accettata, questa nuova definizione di anzianità avrebbe implicazioni significative su diverse aree della società. Ad esempio, potrebbe influenzare le politiche previdenziali e sanitarie, considerando la necessità di adattarsi a una popolazione anziana attiva e in salute per un periodo più prolungato.

La necessità di riconsiderare stereotipi e preconcetti

Questa proposta invita anche a una riflessione sulla percezione sociale dell’invecchiamento. Spostando il concetto di anzianità a 75 anni, potremmo essere chiamati a sfidare e riconsiderare gli stereotipi negativi associati agli anziani, promuovendo un’immagine più accurata e positiva di coloro che superano i 65 anni.

Mentre il dibattito su questa proposta è destinato a continuare, essa solleva importanti questioni sulla percezione sociale dell’anzianità e sulla necessità di adattare le politiche e le pratiche sociali a una popolazione sempre più longeva e attiva.

Luna Riillo

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