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Speciale procedura di assegnazione patrimoni UNESCO

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Istituzioni, criteri e candidature per diventare Patrimonio UNESCO

Patrimonio dell’Umanità. Un’ eredità del passato di cui oggi beneficiano tutti e che si trasmetterà alla future generazioni. Una definizione dal significato così importante e inclusivo, che da sempre compare sui maggiori mezzi di comunicazione e che tante volte ha portato a chiedersi cosa fosse.

La risposta si trova nel lavoro che compie ogni giorno un ente che rende la cultura un punto fermo della vita di ognuno. Si parla dell’UNESCO (United Nation Educational, Scientific and Cultural Organization), e si va a scoprire gradualmente cosa rappresenta questo organo delle Nazioni Unite e in che modo seleziona i beni  Patrimonio dell’Umanità.

UNESCO chi?

Come riportato dal sito ufficiale l’UNESCO è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, istituita a Parigi il 4 novembre 1946. La sua nascita è stata caratterizzata dalla generale consapevolezza che per costruire una pace duratura l’ educazione, la scienza, la cultura e  la collaborazione fra nazioni rappresentassero dei pilastri fondamentali.

Lo scopo è quello di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli. Senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione.

L’UNESCO, infatti, prova a costruire i presupposti per garantire la pace internazionale e la prosperità dei popoli.

Promuovendo in primo luogo l’educazione, in modo che ogni bambina, bambino, ragazzo o ragazza, abbia accesso ad un’istruzione di qualità come diritto umano fondamentale e come requisito essenziale per lo sviluppo della personalità.

Si impegna inoltre a perseguire la cooperazione scientifica per rafforzare i legami tra le nazioni e le società, al fine di monitorare e prevenire le catastrofi ambientali. Protegge la libertà di espressione come condizione essenziale per garantire la democrazia, lo sviluppo e la tutela della dignità umana.

A questi principi si aggiunge anche un dialogo interculturale attraverso la protezione e la salvaguardia dei siti di eccezionale valore e bellezza iscritti nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Proprio quest’ultimo punto è la base di partenza che aiuta a comprendere in che modo luoghi dallo straordinario valore vengano selezionati e custoditi.

Identificare, proteggere e tutelare l’importanza del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo rientra tra le missioni fondamentali dell’UNESCO. 

Istituzioni e categorie

L’aspetto istituzionale si ritrova nella Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972. Questa prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale in base a determinate caratteristiche.

L’UNESCO provvede all’attuazione della Convenzione per mezzo del World Heritage Committee (Comitato intergovernativo per il Patrimonio Mondiale), costituito dai rappresentanti di 21 Paesi membri eletti dall’Assemblea Generale.

Il compito di maggior rilievo del Comitato è quello di prendere la decisione finale sull’iscrizione dei siti nella Lista del Patrimonio Mondiale. A tale scopo ha emanato delle precise Linee Guida Operative.

In più è anche incaricato di esaminare le relazioni sullo stato di conservazione dei siti iscritti. Può eventualmente chiedere agli Stati di agire se i siti non sono gestiti in maniera appropriata e decidere sull’iscrizione o cancellazione di questi nella Lista dei siti in pericolo

L ’UNESCO incoraggia i Paesi Membri a proporre siti appartenenti al loro territorio nazionale per l’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale.

Esorta gli Stati ad assicurare la protezione del loro patrimonio naturale e culturale attraverso politiche specifiche, tra cui ricerca scientifica e servizi di   protezione, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale.

L’UNESCO, inoltre, fornisce un’assistenza d’urgenza ai siti del Patrimonio Mondiale in caso di pericolo immediato. E sostiene le attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla tutela del Patrimonio Mondiale. Incoraggia le popolazioni locali a partecipare alla tutela del loro Patrimonio culturale e naturale e promuove la cooperazione internazionale nel campo della conservazione dello stesso.

Fanno parte del patrimonio culturale i monumenti, gli agglomerati e i siti.

Tra questi ultimi si prendono in considerazione opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura. Come anche le zone di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.

Per ciò che riguarda i monumenti, invece, vengono definiti patrimonio le opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, gli elementi o le strutture di carattere archeologico, le iscrizioni, le grotte e gruppi di elementi dallo straordinario valore universale in base all’aspetto storico, artistico o scientifico.

Gli agglomerati sono gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno speciale valore universale di aspetto storico, artistico o scientifico.

Un’altra categoria riguarda i patrimoni naturali. Tra questi i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche, biologiche, geologiche, zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate e siti naturali di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale.

Si presentano anche patrimoni misti, ovvero culturali e naturali. In base a quanto stabilito dalle Linee Guida Operative per l’attuazione della Convenzione questi sono beni che corrispondono in parte o in tutto a entrambe le definizioni di patrimonio culturale e naturale.

Dal 1992 è stata inserita anche un’altra sezione, quella del paesaggio culturale.

In base alla definizione dell’articolo 1 della Convenzione per paesaggi culturali si intendono “creazioni congiunte dell’uomo e della natura”.

Questi illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali. La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologica

Criteri di selezione

Il concetto di Patrimonio Mondiale rappresenta unicità nel suo genere e la sua applicazione è universale. In più  i beni che lo costituiscono appartengono a tutte le popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali esse sono collocati.

Per essere inseriti nella lista di patrimonio mondiale i siti devono rispondere ad almeno uno dei dieci criteri previsti nelle Linee Guida Operative.

Un sito deve rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo. Essere testimonianza unica di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa.

Mostrare un importante interscambio di valori umani in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi dell’architettura, della tecnologia, delle arti monumentali e del disegno del paesaggio.

Un sito deve costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri una o più importanti fasi nella storia umana.

Deve essere un esempio particolare di insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una o più culture o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili.

A questi si aggiungono i restanti criteri da dover soddisfare, tra cui essere direttamente o materialmente associati a tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie dotate di un significato universale unico.

Presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di straordinaria bellezza naturale o importanza estetica.

Costituire una singolare testimonianza dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese tracce di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di particolarità geomorfiche o fisiografiche significative.

Rappresentare esempi di rilevante importanza riguardo a processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini.

Presentare gli habitat naturali più importanti e significativi, adatti per la conservazione in siti della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione. 

Processo di candidatura

Il sito ufficiale dell’UNESCO spiega precisamente come poter candidare un bene della propria nazione, l’Italia in questo caso, a Patrimonio dell’Umanità.

La prima fase della candidatura prevede la richiesta di iscrizione nella Tentative List (Lista Propositiva nazionale). In seguito lo Stato segnala al World Heritage Center-WHC ( Centro del Patrimonio Mondiale ) i beni per i quali intende chiedere l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale nell’arco di 5-10 anni.

La procedura di candidatura nella Lista Propositiva prevede la compilazione di un apposito formulario, in questa fase in lingua italiana, allegato alle Linee Guida Operative. Segue  il suo invio alla CNIU (Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO) la quale, a seguito di un primo esame, procede ad inoltrare la domanda ai Ministeri competenti.

L’iscrizione di un sito nella Lista Propositiva non comporta automaticamente la successiva iscrizione dello stesso nella Lista del Patrimonio Mondiale.

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, per i siti culturali, e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per i siti naturali, valutano poi  i contenuti della domanda.

Nel momento in cui si abbiano i requisiti per una valida candidatura, entrano in contatto direttamente con i proponenti per definire i contenuti della richiesta di iscrizione nella Lista Propositiva da trasmettere poi al Centro del Patrimonio Mondiale, informando la CNIU.

Il Consiglio direttivo della CNIU, tenendo conto delle valutazioni dei Ministeri competenti, si riunisce per selezionare i beni per i quali richiedere al Centro del Patrimonio Mondiale l’iscrizione nella Lista Propositiva.

In seguito provvede a trasmettere le candidature selezionate al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Questo, a sua volta, le invierà alla Rappresentanza Italiana presso l’UNESCO per il successivo inoltro al Centro del Patrimonio Mondiale, che avviene entro il 1 febbraio di ogni anno.

Un iter lungo e complesso attende i beni iscritti in questa lista.

Si procede alla predisposizione delle candidature vere e proprie, composte da un dossier e da un piano di gestione che i proponenti redigono in collaborazione con i Ministeri competenti.

Nella stessa seduta il Consiglio direttivo della CNIU delibera anche sulla candidatura, già precedentemente iscritta nella Lista Propositiva, da presentare al Centro del Patrimonio Mondiale per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Dal momento della presentazione inizia il processo di valutazione.

Il Comitato del Patrimonio Mondiale, che si riunisce una volta l’anno, esamina e valuta le candidature assieme a tre organismi tecnici, ICOMOS per i siti culturali,  IUCN per i siti naturali e l’ICCROM specializzato nella conservazione e nel restauro del patrimonio culturale. Questi organismi avviano una istruttoria tecnica che dura circa un anno e mezzo e prevede varie fasi, tra cui sopralluoghi sul posto e colloqui approfonditi con i proponenti e gli interessati.

Il Comitato può decidere di iscrivere il sito nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, oppure rinviare il sito riconoscendone il valore universale, ma posticipandone l’iscrizione in attesa di una parziale riformulazione della candidatura.

Il Comitato ha anche facoltà di differire il sito, non riconoscendone ancora pienamente il valore universale.

E richiedendo allo Stato parte maggiori elementi di valutazione, oltre ad una completa rivisitazione dei dossier. E in ultima analisi può anche bocciare il sito non riconoscendone il valore universale ed escludendo una possibile ripresentazione della candidatura.

Le decisioni prese dal Comitato cercano di presentare una Lista del Patrimonio Mondiale rappresentativa, bilanciata tra patrimonio culturale e patrimonio naturale, tenendo conto che non ci sono limiti al numero di siti che possono risultare iscritti complessivamente nella Lista.

Un certo grado di precedenza è stabilito per i siti che appartengono a categorie sotto rappresentate nella lista o a Stati il cui patrimonio è sotto rappresentato.

Le candidature trasmesse alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UNESCO o direttamente ai Segretariati delle Convenzioni e dei Programmi UNESCO senza osservare questo tipo di procedura sono da considerarsi nulle e, di conseguenza, da ritirare.

Fino ad oggi l’UNESCO ha riconosciuto un totale di 1121 siti (869 culturali, 213 naturali e 39 misti) presenti in 167 Paesi del mondo.

Italia e Cina sono le nazioni che attualmente detengono il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità.

Tra i 55 siti presenti in Italia, 5 sono naturali.  Le Isole Eolie, Monte San Giorgio, Dolomiti, Monte Etna, Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa.

Nell’ambito dei rimanenti 50 siti del Patrimonio Mondiale, 8 sono paesaggi culturali. La Costiera Amalfitana, le Cinque Terre, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula).  I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, la Val d’Orcia, le Ville e giardini medicei in Toscana. I paesaggi vitivinicoli del Piemonte come Langhe-Roero e Monferrato e le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.

Alessandro Campa

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Italia, Patrimonio Unesco, Siti Unesco, unesco

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