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Basta imballaggi di alluminio

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Ispirandoci alla natura potremmo fabbricare materiali più sostenibili, ce lo spiega la Blue Economy

Molti cibi vengono conservati in grazie alle pellicole d’alluminio, una pratica diffusa sia nelle nostre case che nell’industria alimentare. 

L’alluminio è leggero, pratico e conveniente, ma produrre questi fogli richiede una grande quantità di energia, per un materiale che di fatto è impiegato nella modalità usa e getta.

Una possibile soluzione ce la racconta Gunter Pauli nel suo libro dedicato alla Blue Economy: Rebecca Cramp, della ‘School of Biological Sciences’ dell’Università del Queensland, in Australia, dopo aver studiato le rane del deserto australiano ha avuto l’idea per sostituire l’alluminio. Il suo progetto è un contenitore per liquidi costruito con strati di cheratina, una delle proteine più diffuse. 

Ma l’ispirazione per questo packaging innovativo non viene solo dalle rane, la ricercatrice ha studiato alcune caratteristiche presenti in natura dalle quali prendere spunto, ecco gli obiettivi: la capacità espansiva del becco dei pellicani, la capacità di indurirsi in risposta alla pressione del cetriolo di mare, l’impermeabilità delle api.

Ecco che la scienza potrebbe prendere ispirazione dalla natura per fabbricare materiali innovativi che consentirebbero di produrre con meno impatto ambientale.

a.po

 

 

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