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Caso Green Hill: i proprietari dei beagle hanno pagato i cani?

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Sembra che i proprietari dei beagle di Green Hill, per assicurarsi in via definitiva l’affidamento dei cani, abbiano dovuto pagare un ‘pizzo’ di 100 euro

 

Il caso Green Hill fa nuovamente parlare di sé. Ma prima di raccontarvi i motivi, facciamo u passo indietro e ricordiamo la vicenda. Green Hill era l’allevamento di beagle di Montichiari (BS) che nell’Aprile del 2012 venne  preso d’assalto dagli animalisti, con lo scopo di porre fine al business che vede i cani allevati per scopi scientifici. A Luglio l’allevamento fu posto sotto sequestro, grazie al provvedimento della Magistratura, che affidò tutti i cani a Lav e Legambiente. Succesivamente, il canile lageri è stato chiuso definitivamente ‘per decreto’ nel Marzo di quest’anno, in forza della Direttiva Europea 2010/63 (sulla protezione degli animali utilizzati per scopi scientifici) recepita dall’Italia in forma restrittiva.

Dalla vicenda di Green Hill sono scaturiti due filoni processuali: da un lato sono imputati i responsabili dell’azienda, dall’altro gli animalisti che assaltarono l’allevamento. Ma a far tornare alla ribalta il caso dell’azienda di Montichiari è una dichiarazione di Carlo Miorelli, di Torbole sul Garda, presente a Montichiari, proprio il 28 Aprile, giorno dell’assalto a Green Hill davanti al cancello inferiore dell’allevamento, ad aiutare i cani a passare attraverso il filo spinato.  Il Miorelli ha raccontato di aver pagato praticamente un “pizzo”, di 100 euro, richiestogli tramite mail da Lav e Legambiente, grazie a cui si sarebbe assicurato in via definitiva il cane affidatogli a seguito del sequestro. Non solo, afferma inoltre che Lav e Legambiente hanno intimato il silenzio. Si lamenta inoltre che nella mail non vi fosse spiegato a che scopo fossero destinati i 100 euro.

Sembra che i 100 euro sarebbero una quota atta a costituire un ‘fondo di garanzia’ ,che l’esito del processo stabilirà se assegnare allo Stato o all’azienda. Tale fondo di garanzia è stato definito ‘una sorta di escamotage processuale individuato dal Pubblico Ministero, per garantire la permanenza dei cani presso le famiglie degli affidatari a tempo indeterminato’, sembra abbia dichiarato una certa Federica di Lav. ‘Noi ci siamo affidati al pubblico ministero, il quale ha detto che Green Hill potrebbe tendenzialmente perdere, ma potrebbe anche vincere, allora a questo punto i cani farebbero la stessa fine dei beni sottoposti a sequestro, quindi o definitivamente confiscati o definitivamente dissequestrati, l’unico escamotage processuale per garantire la permanenza dei cani presso le famiglie degli affidatari è quella di istituire un fondo di garanzia, che rimarrà immacolato fino alla fine del processo e poi dopo ne verrà stabilita la destinazione … Nell’ipotesi remota che Green Hill volesse rivalersi, non potrà farlo né sui cani né sulle famiglie degli affidatari, tuttalpiù potrà rivalersi sul fondo di garanzia’.

 

I legali di FederFauna, quindi, hanno redatto un esposto, affinché la Magistratura possa far luce sulla questione.

gc 

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