Pollo, per Aia un bilancio 2011 da successo

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La famiglia Aia si riorganizza. Ad un anno dalla morte del fondatore Apollinare, a condurre le redini del mercato saranno i suoi 5 nipoti, che hanno scelto di fare shopping all’estero

 

Siamo sempre in tema di bilanci. D’altronde è la fine dell’anno e il tema è attuale. Vogliamo “fare i conti” nelle tasche altrui. Meglio, nelle famiglie altrui…

Il 2012, infatti, si prospetta un banco di prova e un anno importante per la famiglia Veronesi, meglio conosciuta come la famiglia del pollo Aia. Il gruppo veneto si è riorganizzato. A condurre i giochi (dello shopping estero) sono i cinque nipoti della terza generazione.

A un anno dalla morte di Apollinare Veronesi, il gruppo del famoso pollo volta pagina. La nuove generazione, infatti, varca i confini nazionali e si propone di fare acquisizioni all’estero.  Le piccole e medie aziende sono i capi di acquisto preferiti dalla famiglia. Utilizzando la quota di mercato di queste, il gruppo veneto vorrebbe estendere i propri marchi di punta, Aia e Negroni.

Suona strana la parola acquisti in questo periodo di crisi, ma i numeri della società lo consentono. Con 2.5 miliardi di fatturato attesi in questo 2011, Veronesi è uno dei tre big italiani, insieme a Ferrero e Barilla, che supera i 2 miliardi di fatturato.

Anzi. In periodo di crisi il fatturato sembra aumentare. Il pollo, infatti, è una carne più competitiva rispetto al bovino.

Il pollo del gruppo Aia ha creato un mercato che prima non esisteva, quello dei prodotti a base di carne di pollo  e di tacchino. Wurstel, spinacine, petto o coscia, il pollo si presenta in tutte le sue possibili declinazioni.

(GC)

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