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Etichetta del diportista: godersi il mare avendone rispetto

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Semplice buonsenso e un pizzico d’attenzione in piu’: questi i principi base per rispettare il mare ed evitare di danneggiare ecosistemi preziosi, ma fragili. Piccola guida per godersi al meglio la stagione estiva quando il traffico di imbarcazioni si intensifica

Semplice buonsenso e un pizzico d’attenzione in piu’: questi i principi base per rispettare il mare ed evitare di danneggiare ecosistemi preziosi, ma fragili. Se gli ambientalisti promuovono i cantieri navali italiani, la nautica – come tutte le attivita’ umane – esercita un impatto sull’ambiente marino, con picchi durante la stagione estiva quando il traffico di imbarcazioni si intensifica. Per ridurre questo impatto e rispettare l’ambiente che ci circonda, ecco qualche regola aurea di comportamento per il diportista sostenibile, da osservare con rigore.

’Prima regola, banale ma di importanza fondamentale: non agire in nessun modo che possa danneggiare l’ambiente – dice Marco Costantini, responsabile Mare del Wwf – e’ ancora troppo diffusa la cattiva pratica dell’ancoraggio selvaggio, propria dei diportisti che gettano l’ancora senza porsi il problema del sito". L’ambiente marino piu’ danneggiato da questo fenomeno e’, secondo il responsabile Wwf, la cosiddetta Prateria di Posidonia, "dove l’ancoraggio selvaggio e’ purtroppo diventato un classico".

La Prateria di Posidonia e’ un vero e proprio prato sottomarino, il cui equivalente terrestre e’ la foresta. "Se a nessuno viene in mente di danneggiare una foresta, perche’ non ci si pone il problema anche in mare? Per di piu’ – aggiunge Costantini – una volta incisa la Prateria con l’ancoraggio, questa viene scalzata con la complicita’ delle correnti, causando un vero e proprio danno a un habitat prioritario’.

La seconda regola da seguire e’, secondo Marco Costantini, responsabile Mare del Wwf, "attenersi al buonsenso. Questo significa, ad esempio, non riversare in mare acque sporche o immondizia, anche perche’ sara’ in quell’acqua che faremo il bagno".
Un altro elemento da tenere in considerazione per ridurre l’impatto della navigazione sull’ambiente e’ il rumore emesso dalle imbarcazioni. "Il rumore prodotto dai motori puo’ influenzare l’ecosistema e i comportamenti riproduttivi dei pesci – spiega Costantini – oltre a essere fastidioso anche per gli altri bagnanti".

"Oggi, ogni imbarcazione puo’ dotarsi di un motore che non faccia troppo rumore", dice Costantini sottolineando che anche nelle aziende molto si sta facendo, tra imbarcazioni a basso impatto ambientale, motori elettrici, ibridi e ad energia solare. "I cantieri navali italiani rispettano severi standard di attenzione all’ambiente, anche perche’ destinati al mercato internazionale dove la normativa al riguardo e’ spesso piu’ severa della nostra". (fonte: adnkronos)

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diporto, ecosistemi, estate, mare, nautica

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