Adriatico: un mare in buone condizioni

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Nel mare Adriatico nel 2013 non sono stati registrati casi di inquinamento e si e’ rilevata la presenza in quantita’ significativa di granchi delfini e cavallucci marini, rari in queste acque

 

 Il mare Adriatico gode di buona salute. Parola dell’attività di monitoraggio di Daphne II, la struttura oceanografica di Arpa Emilia-Romagna che ogni stagione svolge questo studio attraverso una motonave attrezzata per compiere controlli sull’ecosistema marino. Il monitoraggio, quest’anno, ha anche interessato la presenza di rifiuti, sia lungo il litorale, sia nelle acque.

Secondo il monitoraggio dell’Adriatico, nel 2013 non sono stati registrati casi di inquinamento e si è rilevata la presenza in quantità significativa di granchi, tra cui quello “reale”, delfini e cavallucci marini, generalmente rari nell’alto Adriatico e in prossimità della costa.  Aumentato anche il numero delle tartarughe (Caretta caretta), che per le condizioni tipiche di questo mare trovano abbondante nutrimento in acque poco profonde. 

Nei mesi estivi e prevalentemente nell’area settentrionale del mare Adriatico si sono manifestati fenomeni di eutrofizzazione, ovvero l’accrescimento di organismi vegetali dovuto ad un apporto straordinario di sostanze nutritive. Una situazione che non si verificava da anni, determinata dalla grande quantità di acqua dolce giunta in Adriatico dai fiumi padani dopo le abbondanti piogge autunnali e primaverili. Questi fenomeni contribuiscono ad incrementare l’area produttiva per pesca e molluschicoltura; tuttavia, in alcune aree favoriscono la crescita di alghe, innocue ma sgradevoli per i bagnanti, la moria degli organismi animali che vivono sui fondali e il loro spiaggiamento.  In maggio e giugno si sono sviluppate fioriture microalgali che hanno determinato una colorazione verde e ridotto la trasparenza dell’acqua, seppur circoscritta nella parte settentrionale della costa che è più sensibile a questo fenomeno perché più vicina al Po. In luglio e agosto la crescita di macroalghe ha interessato il tratto costiero prospiciente Ravenna; a favorirne l’accumulo e il conseguente spiaggiamento sono stati il forte irraggiamento, il tempo stabile e l’assenza di mareggiate. 

 

Il monitoraggio da una risposta anche al problemi verificatosi questa estate dello spiaggiamento di circa 200 esemplari di tartarughe. La moria non è stata causata da fenomeni di inquinamento a seguito di sversamenti di microinquinanti in mare e nemmeno da un improvviso calo della temperatura dell’acqua. L’ipotesi è che la carenza estiva di ossigeno abbia causato la moria degli organismi che vivono a stretto contatto del fondale, fonte di sostentamento per le tartarughe, le quali si sarebbero concentrate in aree molto ristrette e al largo dove è presente cibo foraggiato.