Raccogliere la spazzatura nell’universo

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Un collettore giapponese gigante ha iniziato ad orbitare nello spazio, alla ricerca dell’immondizia generata dai satelliti che noi stessi abbiamo mandato lì

Circa 100 milioni di pezzi di spazzatura sono espulsi dai satelliti e dai razzi che circolano nello spazio, provocando centinaia di collisioni potenzialmente pericolose ogni anno. Per questo, la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) ha spedito in orbita un collettore spaziale che possa occuparsi di recuperare quest’immondizia. Costruito con l’aiuto di un produttore di reti da pesca di 106 anni, Nitto Seimo, questo sistema mira a rimediare al pasticcio che noi stessi abbiamo creato. Anche perché la spazzatura può viaggiare nello spazio a più di 28 mila chilometri all’ora, danneggiando attrezzature costose e mettendo gli astronauti a rischio. Ancora non ci sono stati danni alle persone, ma i satelliti sono stati già lesionati dai detriti.

In attesa di conoscere i primi dati sul funzionamento del collettore, si può intanto dire che è stato realizzato con una maglia di alluminio e acciaio inox e che la cavezza del raccoglitore dovrebbe generare l’elettricità che attraversa il campo magnetico terrestre con lo scopo di rallentare la spazzatura. Gli scienziati ritengono che questa azione farà sì che la spazzatura si muova lungo orbite più basse, in modo che possa bruciare nell’atmosfera del nostro pianeta senza danneggiare nessuno sulla Terra.

Il filo di collegamento che è stato realizzato con la tecnologia a intreccio di Nitto Seimo è lungo 700 metri, ma dovrebbe essere molto più lungo, a quanto dicono gli ingegneri (almeno dai 5.000 ai 10.000 metri): lo sarà, per ora questo filo più corto metterà alla prova le funzioni di progettazione.
Un portavoce della JAXA ha detto che sperano di iniziare a lavorare regolarmente con il collettore di rifiuti entro il 2025.

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JAXA, spazio, spazzatura

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