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Una vita a rifiuti zero? È possibile. Parola di Lauren Singer

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Una ragazza di New York vive da due anni senza produrre rifiuti. Scopriamo la sua storia.

Vivere senza produrre rifiuti? Sembra impossibile, eppure Lauren Singer ce l’ha fatta. E vive così da due anni.

L’ispirazione le è venuta quando alla New York University si dedicava a studi sull’ambiente: oltre a protestare contro le multinazionali del petrolio si chiedeva: ‘come posso avere un impatto positivo sull’ambiente?’

Il primo passo fu aprire il frigo: si accorse che tutto era avvolto in packaging di plastica. Come era possibile, si chiese, professarsi ambientalisti e poi avere uno stile di vita così lontano dalla sostenibilità?

Il primo passo fu quindi eliminare la plastica: ‘ho smesso di comprare prodotti confezionati e ho iniziato a portare le mie buste per la spesa e a riempire i flaconi che riutilizzavo. Poi ho smesso di comprare vestiti nuovi, dedicandomi solamente all’usato. Ho prodotto da me ciò che serviva per lavarmi e per le cure personali’, racconta ne suo sito Trash is for Tossers. ‘Ho iniziato a dire no a tutto ciò che potesse generare rifiuti: dalle cannucce nei cocktail ai sacchetti di plastica o di carta nei negozi’.

Com’è la vita a rifiuti zero? Secondo Lauren non poi così male. Anzi, la giovane newyorchese sottolinea alcuni aspetti positivi della sua scelta: non ne guadagna solo l’ambiente, ma anche la salute, perché mangia meglio, e il portafogli, perché spende meno. In tutto questo c’è un benefit, forse il più importante, che è difficile da quantificare: si sente più felice.

Risparmia perché sa cosa comprare e non procede ad acquisti impulsivi, inoltre acquistando prodotti sfusi risparmia rispetto ai prodotti di marca impacchettati. Mangia meglio in quanto sceglie frutta e verdura biologica, cereali integrali e legumi. Punta sempre su cibi locali e stagionali dato che i mercatini a km 0 offrono ottimi prodotti non confezionati.

Inoltre, producendo da sé molti prodotti per la cura del corpo, fa la spesa più raramente e si tiene alla larga da tutto ciò che è chimico.

Il suo sito è diventato un punto di riferimento per le persone che vogliono approcciarsi a questo stile di vita; inoltre ha iniziato la propria attività, The Simply Co., dove produce oggetti artigianali, ovviamente senza produrre alcun rifiuto.

Lauren ci invita a chiederci quanti rifiuti produciamo e di che tipo. Prima di iniziare ci invita anche a chiederci il perché vogliamo ridurre i rifiuti: per l’ambiente? Per una vita più sana? Per risparmiare? Probabilmente risponderemmo ‘tutte e tre’, ma porsi degli obiettivi è un buon modo per iniziare un cammino. Il primo passo e capire quali dei prodotti che usiamo possono avere delle alternative sostenibili. 

Dopo questa fase possiamo iniziare a mettere in pratica il nostro piano di riduzione dei rifiuti partendo dalle cose più piccole: evitiamo prodotti usa e getta o bottiglie di plastica. Evitiamo la plastica in generale, sostituendola con prodotti più resistenti e duraturi; ad esempio in cucina preferiamo il vetro, l’acciaio o il legno. Iniziamo a diminuire i nostri bisogni, chiediamoci di cosa possiamo fare a meno. Quali vestiti usiamo e quali alla fine rimangono nell’armadio. Doniamo ciò che non ci serve o portiamolo ai mercatini dell’usato, compriamo cibi biologici a km 0 ed evitiamo il packaging.

Bastano una serie di buone pratiche e di attenzioni per iniziare il nostro percorso di riduzione dei rifiuti, inoltre questa è la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti. Un motivo in più per iniziare. Pronti?

a.po

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Lauren Singer, riciclo, rifiuti, Trash is fo Tossers

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