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La nostra dipendenza digitale si lascia dietro un numero di rifiuti incredibile

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Dai 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici generati ogni anno ai 350.000 telefoni cellulari gettati via ogni giorno: questo siamo diventati

Viviamo in un mondo in cui tutte le novità diventano rapidamente obsolete: quando usciamo da un negozio di elettronica con l’ultimissimo modello di uno smartphone nel nostro sacchetto, sappiamo già che da qualche parte qualcuno ha appena assemblato il modello successivo che, nel giro di pochi mesi, ci farà sembrare il nostro acquisto un rottame. È questo modo di pensare e di produrre che ci ha portati alla situazione incredibile in cui ci troviamo oggi, quella in cui vengono buttati 350.000 telefoni cellulari al giorno.

La tecnologia è eccezionale e le comodità dell’era digitale sono incomparabili, ma questi numeri sono troppo. Con la possibilità di ricambio dei dispositivi elettronici, è successa la stessa cosa che, nel corso tempo, è sempre successa con i rifiuti e l’inquinamento di tutti i generi: le persone gettano e sostituiscono la loro elettronica senza pensarci troppo, quasi sempre ignorando o non curandosi del fatto che quella spazzatura finisca da qualche parte.

Per esempio, dei 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici generati ogni anno, nel 2014, 41,8 milioni di tonnellate sono stati spediti verso i paesi in via di sviluppo, dove sono stati differenziati (di solito in modo improprio), esponendo le persone e l’ambiente a una serie di terribili tossine. Lo sapevamo? Probabilmente no.
È giunto il momento di riflettere.

Sono molte le società che si occupano della riparazione degli smartphone e che incoraggiano a pensare a questa pratica prima di procedere alla sostituzione e ci sono alcuni esperti che spiegano dove e come buttare i telefoni cellulari se proprio non si può fare altrimenti.

Sta a noi decidere da quale parte dei numeri stare.

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RAEE, rifiuti, Smartphones, telefoni

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