Una Terra e mezza per l’uomo

Condividi questo articolo:

Cresce l’impronta ecologica dell’umanità: per soddisfare i bisogni dell’uomo serve un pianeta e mezzo

 

L’uomo ha bisogno di una Terra e mezza. E se tutti vivessero come gli italiani ci vorrebbero almeno 2,6 pianeti come il nostro. Cresce a dismisura, infatti, l’impronta ecologica, ovvero  misura il consumo di natura causato dall’umanità. A lanciare l’allarme è il ‘Linving Planet Report 2014’, il nuovo rapporto biennale del Wwf.

Lo studio mostra che dal  1970 ad oggi le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sul Pianeta sono diminuite del 52% e che la minaccia maggiore alla biodiversità derivi dalla combinazione tra l’impatto della perdita degli habitat e il loro degrado. Ma non solo. A rappresentare un pericolo per la sopravvivenza delle specie sono anche la pesca e la caccia, così come il cambiamento climatico.

Sempre in base al report, la domanda di risorse naturali dell’umanità è di oltre il 50% più grande di ciò che i sistemi naturali sono in grado di rigenerare. Cosa vuol dire? ‘Stiamo tagliando legname più rapidamente di quanto gli alberi riescano a ricrescere, pompiamo acqua dolce più velocemente di quanto le acque sotterranee riforniscano le fonti e rilasciamo CO2 più velocemente di quanto la natura sia in grado di sequestrare’, ha spiegato il Wwf. La situazione è ancora più grave in Europa: l’indicatore dell’impronta ecologica mostra infatti che tutti Paesi dell’Ue vivono oltre i livelli di ‘un pianeta’ e fanno pesantemente affidamento sulle risorse naturali di altri Paesi. Se tutti gli abitanti della Terra mantenessero il tenore di vita di un cittadino europeo medio, l’umanità avrebbe bisogno di 2,6 pianeti per sostenersi, e 2,6 pianeti è anche l’impronta ecologica dell’Italia.

Questo articolo è stato letto 258 volte.

Comments (4)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net