Muos di Niscemi, scienziati: il rischio c’è ed è rilevante

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In audizione davanti alle commissioni Sanità e Ambiente del Senato il professor Zucchetti boccia il sistema di telecomunicazioni satellitare statunitense. Ma gli esperti si dividono

 

 

Il rischio Muos “c’è ed è rilevante” per gli abitanti di Niscemi e dintorni. A dirlo stavolta non sono gli attivisti siciliani che manifestano contro il sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense ma un gruppo di esperti davanti alla commissione Sanità e Ambiente del Senato. Nella seduta congiunta dei due organismi parlamentari, Massimo Zucchetti, professore di protezione delle radiazioni del Politecnico di Torino ha presentato un rapporto di oltre 170 pagine elaborato da un gruppo di scienziati di cui fa parte.

Nel documento ci sono affermazioni preoccupanti e gli scienziati prendono una posizione chiara: “Ne sconsigliamo l’installazione”.

Il M.U.O.S. (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, in provincia di Caltannisetta. Le altre tre, già operative sono a Chesapeake in Virginia, Wahiawa alle Hawaii, Geraldton, nell’ovest dell’Australia.

Ogni stazione è dotata di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri. Il sistema sarà utilizzato per il coordinamento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza pilota che saranno allocati anche a Sigonella.

Sui rischi dei campi elettromagnetici gli esperti sono in realtà divisi. L’Istituto Superiore di Sanità e l’Ispra ascoltati in audizione ritengono non ci siamo pericoli per la salute poiché i rischi sarebbero “al di sotto dei limiti previsti”. “In nessun caso le emissioni elettromagnetiche superano i limiti di legge”, ha detto il direttore generale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Stefano Laporta.

 

Il gruppo di scienziati guidato da Zucchetti, invece, ritiene che a Niscemi il Muos ricade “in un contesto di grave inquinamento ambientale, che non può essere ulteriormente inquinato con altre installazioni”. Il loro parere si è formato sulla base di “quattromila studi sperimentali che riportano effetti a medio e a lungo termine dei campi elettromagnetici” e la valutazione finale, secondo Zucchetti, deve essere fatta “secondo le norme Cei previste dalla legge italiana, mentre non vale fare riferimento alla legge Usa che è meno restrittiva”. Molto duro è anche Marcello D’Amore, professore emerito presso la facoltà di Ingegneria e ordinario di elettrotecnica all’università La Sapienza di Roma che in commissione ha detto di trovare “di una superficialità imbarazzante”  il rapporto di conformità redatto dalla Us Navy in merito all’installazione del Muos. Non terrebbe conto della sismicità dell’area e della vicinanza di tre aeroporti. 

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