ULTIMA ORA:
Post title marquee scroll
Usa, l'allarme dell'Fbi: "Hacker cinesi pronti a devastante attacco"-Ia, nuove frontiere tecnologiche al servizio di marketing e comunicazione a 'Megatrends'-Cooperfidi Italia prosegue percorso crescita rilanciando ruolo garanzia mutualistica-Ia, Cerutti (Politecnico di Milano): "Intelligenza artificiale utile, ma con il controllo dell’uomo"-Trasporti, assessore Lucente: "Bigliettazione digitale tema molto caro a Regione Lombardia"-Università, Cingolani: "Leonardo sospende visite per motivi di sicurezza". Mur: "Sconcertante"-Peste Suina, Martinelli (Assosuini): "Se crolla export a rischio settore prosciutto made in Italy"-Driverso: in Ue fatturato a 169 mln per car hiring d’alta gamma, 45 mln in Italia-Campari, Lollobrigida inaugura nuova linea Aperol-Cancro, oncologo: "Tre anni per vaccino mRna contro melanoma"-Fantacchiotti: "Investimento importante con nuovi 6mila metri quadri"-Fantacchiotti: "Campari brand in forte crescita nel segno sostenibilità"-Corona "non è più pericoloso", restituito il passaporto-Al Gic di PIacenza in scena l'innovazione tecnologica e tutte le novità del comparto calcestruzzo-Covid, 72enne col virus per 613 giorni: 'eterni positivi' possibile motore di varianti-Ecco i politici di sinistra finanziati da 'Social Changes', società dell'ex guru di Obama-Università Tor Vergata, TVx Students' speech contest: vince Elisa Draghin-Campari Group, raddoppiata capacità produttiva di Aperol stabilimento Novi Ligure-Savino (Ordine Ingegneri): "Capire i bisogni dei clienti"-Bayern Monaco, Zidane in pole per panchina

E se anche lo champagne fosse in pericolo?

Condividi questo articolo:

Secondo i produttori, lo champagne potrebbe perdere il suo classico sapore per colpa dei cambiamenti climatici

Non è difficile da immaginare il problema: i cambiamenti delle temperature globali e stagionali sono diventati sempre più estremi e diversificati nel corso degli anni e questo non può che influenzare tutte le coltivazioni, comprese quelle di uva, nelle regioni di tutto il mondo.
E quindi anche in Francia. E quindi anche per quanto riguarda lo champagne.
Per produrre lo champagne ci vogliono un clima fresco e un terreno calcareo, in modo che si possa creare il gusto fruttato e frizzante che tutti conosciamo – chi è che non ha stappato almeno una volta una bottiglia di champagne per festeggiare? Ma, secondo i produttori francesi, i cambiamenti climatici stanno rendendo questi fattori sempre meno affidabili, tanto da mettere in pericolo l’esistenza del gusto e del sapore dello champagne per come noi lo conosciamo.

In un articolo di «Bloomberg» su questo tema, Antoine Malassagne, comproprietario della casa produttrice Champagne AR Lenoble, ha spiegato le difficoltà che ormai ne segnano la produzione: come il raccolto anticipato, per esempio, e quindi la maturità delle gemme che avviene ad agosto invece che a fine settembre e che comporta un’acidità inferiore dell’uva e quindi minor freschezza del vino e maggiore difficoltà nell’invecchiamento.

Che fare per ovviare a queste difficoltà? Sperimentare, ovviamente.
E infatti i produttori hanno iniziato a cercare alternative: da AR Lenoble mescolano i vini di riserva delle vecchie annate per recuperare il gusto, da Louis Roederer stanno provando con un’analisi del DNA del lievito e della viticoltura biodinamica per cercare di evitare gli impatti dei cambiamenti climatici.

Tecnologie e nuovi metodi che speriamo possano salvare il sapore di questo spumante, in modo che lo champagne non sia un’altra cosa che i cambiamenti climatici – e quindi i nostri comportamenti sbagliati nei confronti dell’ambiente – ci hanno tolto.

Questo articolo è stato letto 28 volte.

cambiamento climatico, champagne, clima

Comments (5)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net