Combattere la fame nel mondo con..L’albero del pane

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La pianta Artocarpus astili, detta Albero del Pane, potrebbe rappresentare una delle soluzioni piu’ immediate per combattere, almeno in parte, la fame nel mondo

Un albero del pane per combattere la fame nel mondo. Stiamo parlando della pianta ‘Artocarpus altilis’, originaria della Nuova Guinea, ed oggi diffusa in ben 90 Paesi sparsi principalmente nelle aree tropicali e nelle isole meridionali dell’Oceano Pacifico.

L’albero del pane, conosciuto anche con il nome di ‘Ulu’ potrebbe rappresentare una delle soluzioni più immediate per combattere, almeno in parte, la fame nel mondo, che nei prossimi anni colpirà sempre di più le popolazioni povere, a causa dell’innalzamento dei mari e dell’aumento della concentrazione salina dei terreni (che rischiano di comprometterne la fertilità).

L’albero del pane è stato da sempre coltivato (sin da epoche remote) in Polinesia, Melanesia e Micronesia, prima di far la sua comparsa ai Caraibi (precisamente in Giamaica), dove fu portato alla fine del XVIII secolo dal comandante del Bounty, al fine di fornire cibo nutriente ed economico agli schiavi costretti a lavori massacranti. 

L’albero del pane, in particolare, è una pianta alta 20 metri adatta ai terreni salati, particolarmente resistente,  longeva e facile da coltivare, che dai tre anni di vita produce frutti (breadfruit) per decenni, con una resa per ettaro nettamente superiore a quella di riso, grano e mais.

L’albero del pane inoltre, è in grado di produrre fino a mezza tonnellata di frutta l’anno. Questo significa che già un solo ettaro piantato e coltivato con questa tipologia di pianta (circa 125 alberi) è capace di produrre annualmente fino a 30mila chili di frutta. La ricchezza di questa pianta, tra l’altro, risiede proprio nella grandezza nei suoi frutti (di dimensioni simili a quelle di un melone), dalla scorza verde e ruvida e dalla polpa bianca e farinosa. I frutti in particolare possono essere cotti, arrostiti in forno, fritti o seccati e si fanno apprezzare per il loro sapore simile a quello del pane o delle patate, contenendo fecola.

I frutti dell’albero del pane infine, sono particolarmente economici e nutrienti: ricchi di carboidrati e privi di glutine, hanno un alto valore energetico e contengono pochi grassi oltre a buoni quantitativi di potassio, calcio, magnesio, ferro, fibre e vitamine B1 e B3. Le sue proteine possiedono più aminoacidi di quelle della soia, mentre alcune varietà di questa pianta sono ricche di antiossidanti e carotenoidi. Sempre dai frutti si può ricavare inoltre una farina particolarmente adatta per la preparazione di dolci molto saporiti, quali i pancake.

L’albero del pane quindi, avrebbe buone possibilità di inserirsi in contesti ‘a richio’ di denutrizione, visto che ben si adatterebbe ad essere coltivato in quelle regioni tropicali o subtropicali, dove circa l’80% delle persone (dati del National Tropical Botanical Garden) vive in condizioni di scarsità alimentare. Più alberi del pane verranno piantati in quelle Regioni, maggiori saranno le possibilità di poter fronteggiare il problema della denutrizione, riducendo al contempo le importazioni di generi alimentari che tanto pesano sulla bilancia commerciale.

(ml)

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